Trattativa Stato-Mafia: interrogati Vincenzo Scotti e Giuseppe La Greca

Creato il 05 dicembre 2011 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
Valentina Magrin
 Nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia si sono svolti oggi pomeriggio due importanti interrogatori. Al Palazzo di Giustizia di Palarmo, davanti al procuratore aggiunto Antonio Ingroia e ai pm Paolo Guido e Antonino Di Matteo, è giunto per primo l’ex ministro Vincento Scotti. 
Scotti, ascoltato come persona informata dei fatti, è stato ministro dell’Interno nel periodo delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, nello specifico dal 16 ottobre 1990 al 28 giugno 1992, quando gli subentrò Antonio Mancino.
 Da questo momento (fine giugno 1992), - secondo i pm - con la consegna del papello di Totò Riina ai Carabinieri del Ros di Mario Mori, sarebbe iniziata la trattativa tra Stato e mafia per far cessare la strategia stragista di Cosa Nostra. 
Fondamentale a riguardo sarà anche la testimonianza di Antonio Mancino, che potrebbe essere raccolta addirittura domani. Vincenzo Scotti lo scorso anno, interrogato dalla commissione Antimafia, aveva dichiarato di aver saputo dall’ex Guardasigilli Claudio Martelli dei colloqui avuti nel ’92 con i carabinieri del Ros soltanto molto tempo dopo. 
Quest’oggi, dopo oltre tre ore di interrogatorio, Scotti non ha rilasciato dichiarazioni, ma ha solo detto: “lasciamo lavorare i magistrati in serenità”. Dopo di lui è stata la volta di Giuseppe La Greca, ex capo di gabinetto dell’allora ministro della Giustizia Giovanni Conso nel periodo post stragi. 
Anch’egli è stato sentito come persona informata sui fatti. Sotto il dicastero di Conso, infatti, lo Stato fece scadere il carcere duro (41 bis) per più di 300 mafiosi: “Non ho mai avuto alcun sentore di alcuna trattativa tra Stato e mafia” ha detto La Greca all’Adnkronos. “Ricordo che Conso quando era ministro della Giustizia amava fare tutte le cose da solo senza coinvolgere i suoi collaboratori”.

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