E’ il sesto di otto figli, cinque fratelli e tre sorelle, madre casalinga e padre manovale in un’impresa edilizia.
Lui, non avendo incentivi e passione per lo studio, viene bocciato già in terza elementare e interrompe la frequenza della scuola – prenderà la licenza elementare solo nel 1979 con i corsi serali. A soli undici anni inizia a lavorare come imbianchino. Questo lavoro gli offre l’occasione di frequentare famiglie mafiose; lui la coglie subito sperando di soddisfare la sua voglia di vendetta dovuta alla scomparsa per ‘lupara bianca’ del fratello Salvatore, nel 1975. Così, verso i sedici anni, si avvicina ai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano ed esegue ogni loro comando perfettamente inquadrato nel ruolo di ‘soldato’ e legato a loro anche da un senso di appartenenza e da uno spirito di fratellanza – solo nel 1995 compie il rito del giuramento tramite cui viene formalmente affiliato a Cosa Nostra e nominato reggente del mandamento di Brancaccio.
Egli ha anche preso parte all’omicidio di don Pino Puglisi e al rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo.
Dopo un lungo periodo di latitanza, viene arrestato il 2 luglio del 1997 e, così, inizia per lui una nuova storia.
Attraverso le testimonianze di Spatuzza è stato possibile far luce su alcune complicate vicende e ricostruire in maniera rivoluzionaria, ma lentamente e faticosamente, come le tessere di un mosaico i fatti di un pezzo di storia della mafia e di storia del nostro Paese.
Collaborare vuol dire mettersi a disposizione
della legge di Dio e della legge degli uomini,
per rendere la società più giusta e umana.
Gaspare Spatuzza