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Trattato di filosofia futurista – Riccardo Campa

Creato il 18 aprile 2013 da Maxscorda @MaxScorda

18 aprile 2013 Lascia un commento

Trattato di filosofia futurista
Dovete immaginare la mia felice sorpresa scoprendo che Riccardo Campa aveva pubblicato per gli amici della Avanguardia 21, giovane casa editrice fondata tra gli altri da Antonio Saccoccio, specializzata nello studio e divulgazione di avanguardie storiche come appunto il Futurismo, le sue piu’ recenti incarnazioni letterarie e altri tipi di media.
Seguo da tempo Campa per via del suo impegno con l’Associazione Italiana Transumanisti, di cui e’ presidente e fondatore della sezione italiana ma ancor meglio grazie alla collana "Transumanesimo" della Sestante Edizioni, che lo vede curatore dei volumi "Divenire" e autore di diversi altri trattati.
In sostanza Campa e’ il perno attorno al quale ruota la concezione attuale del futurismo affiancato all’idea transumanista, una figura centrale in Italia, per entrambi i movimenti e tra le eccellenze internazionali con la competenza necessaria per trattare l’argomento o gli argomenti in questione.
Ebbene la missione possibile di Campa e’ investigare sulla possibilita’ che il Futurismo sia o meno una disciplina filosofica oltre che un movimento artistico e letterario, cercando in qualche modo di gettarne le basi attraverso i tanti manifesti esistenti e le opere degli illustri membri che in passato ne hanno definito il pensiero.
L’autore in un recente convegno dedicato al Futurismo (che mi ha visto presente nell’ambito dell’Elettrorumorismo Duemila), pone all’inizio del suo intervento un assunto che riassume e giustifica l’intera operazione, ovvero esiste un Futurismo, per definizione maiuscolo, che si riferisce al movimento artistico marinettiano del 1909 e che in quanto tale, ha limite e definizione nel periodo storico e nella cultura dell’epoca oggi impossibile da evolvere, solo riprodurre.
Esiste pero’ un futurismo, che definiamo minuscolo, al quale ci si riferisce come disciplina, come filosofia appunto, percio’ non limitata al periodo e perfettamente attualizzabile e praticabile ancora oggi.
Campa per necessita’ esordisce smontando l’assunto iniziale di Marinetti che il Futurismo sia un movimento antifilosofico e anticulturale, dimostrando come in realta’ le parole restino tali innanzi a fatti comprovati che spingono nella direzione opposta. Serve scavalcare l’apoteosi dell’uccidere il chiaro di Luna per confronti e riferimenti non solo interni al movimento ma anche al di fuori, in special modo nei confronti piu’ ovvi ed inevitabili col marxismo e fascismo.
Che l’eredita’ del Futurismo non sia solo formale lo si evince dalla capacita’ dei suoi adepti di preconizzare idee e tendenze non solo sull’arte e sulla filosofia ma sulla tecnica e societa’, una chiara visione di un futuro per tanti versi simile al nostro attuale. Anzi e qui interviene il Campa transumanista, vi sono straordinari elementi coincidenti tra le due correnti di pensiero al punto di fare l’uno logica conseguenza dell’altro, eredita’ spirituale mutuata da una dottrina comune che pone le capacita’ dell’uomo al centro del suo destino.
Non esiste un riassunto, serve seguire Campa nel suo articolato percorso sin dentro la conclusione non cosi’ ovvia ma nemmeno troppo improbabile per un movimento, quello Futurista, dalle basi concettuali talmente solide e definite da non lasciare spazio a chi vuole relegarlo a semplice corrente artistica se non a fenomeno di costume.
Campa sa essere esaustivo e farsi comprendere anche ai non addetti del settore e non v’e’ limite alle conoscenze dei lettori. Testo unico e importante, lettura che aiuta a comprendere un secolo di storia e certamente molti, molti altri anni ancora a venire.

"La tecnica e’ la scelta esistenziale dell’Europa, la fede dell’Occidente, che ha deciso di rinunciare alla contemplazione per consacrarsi all’azione, ha negato l’essere per abbracciare il divenire [...].
Il futurismo rappresenta la piena consapevolezza di questo atto di fede."


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