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Tratto da "Fondata sulla bellezza" di Emilio Casalini. Ecco il nuovo libro del giornalista di Report, da leggere per tutti noi

Creato il 06 luglio 2014 da Romafaschifo
Tratto da http://www.sperling.it/fondata-sulla-bellezza-emilio-casalini/
Roma Kaputt MundiLusaka, 14 luglio 1998Stazione degli autobus nella capitale dello Zambia. L’ambiente non è dei più tranquilli. Con la telecamera in mano mi sento un po’ come un pollo a un convegno di faine, la presenza di mio fratello che vive qui non è sufficiente.C’è un continuo movimento nella penombra del tardo pomeriggio. Molti uomini, molto poveri e molto grossi. Penso che fingano di sonnecchiare nell’attesa del momento giusto per toglierci tutto quello che abbiamo addosso. Mantenere il profilo basso non basta.
Sento una pressione sulla borsa della videocamera ed ecco una mano che velocemente prende due cassette dalla tasca laterale. Blocco il braccio del ragazzo nell’istante in cui se le mette in tasca.
Ci guardiamo negli occhi, i volti a pochi centimetri.Sottovoce, gli chiedo di restituirmele: «Per favore, a me servono e tu non ci fai nulla». Parlo piano, non è il posto migliore per fare casino.Lui invece non si fa problemi a intaccare il silenzio che ci circonda e urla che non sa di cosa io stia parlando. Lui grida in inglese/bemba, io sussurro in inglese/italiano.Non gli mollo il braccio. Lui tira per andarsene, io tiro per trattenerlo e riprendermi il maltolto. I toni si alzano e le urla aumentano sotto la tettoia scalcinata che funge da terminal.Le figure dagli abiti stracciati ma dalle muscolature possenti iniziano a uscire dal torpore, ad alzarsi e a dirigersi verso di noi. Tre, cinque; in un attimo una dozzina di uomini, la maggior parte dei quali ci guarda dall’alto in basso.
Giro lo sguardo intorno, il cerchio è chiuso, non ci sono vie di fuga e neppure si intravede qualcosa di somigliante a una divisa.Mentalmente do l’addio a tutta l’attrezzatura e ai soldi, mentre calcolo le possibilità di portare a casa passaporto e ossa intatte.Quello che sembra essere il capoccia del bus terminal, un armadio il doppio di me, chiede che cosa succede, perché stiamo facendo tutto quel casino. Gli spiego che il tipo che sto ancora bloccando mi ha rubato due cassette della telecamera, che mi servono, che sono digitali e lui non se ne fa nulla.
Il ladro nega. Mr.T/Baracus del terminal di Lusaka gli prende il braccio, lo strappa alla mia presa e lo tira verso di sé; la mano si apre, le due cassette cadono a terra.Lo sguardo del gigante le segue nella caduta e nell’istante in cui toccano il suolo gli occhi si spalancano in due lune iniettate di sangue mentre il bicipite si gonfia. Una frazione di secondo dopo un diretto colpisce il viso del borseggiatore, seguito da un altro, mentre il ragazzo ondeggia come un pupazzo sbiellato. Cade a terra e su di lui si scagliano in sei o sette riempiendolo di calci e pugni.
Il tutto dura pochi secondi, nemmeno il tempo di reagire e la lezione è già finita. Il gigante ferma tutti, il ragazzo rantola sordamente sul cemento. Viene preso per una gamba e trascinato in un angolo del piazzale, gettato come un sacco di immondizia. Poi l’armadio ambulante torna da noi, raccoglie con delicatezza le due cassette da terra, ci soffia sopra, le pulisce con l’angolo della camicia e me le porge come fossero una cosa preziosissima.
«Perdonaci per tutto questo, devi davvero scusarci. Sei il benvenuto in Zambia, spero tu ti possa godere la permanenza nel nostro Paese e che cose simili non accadano più.»Sono scioccato, non ho capito nulla di quello che è successo, chiedo il motivo del pestaggio.«Vedi, non abbiamo niente, qui in Zambia, poche miniere al Nord e tanta povertà. Un turista è un bene troppo prezioso perché venga solo sfiorato. Non si tratta di me o di te, ma se i turisti aumentano ci guadagniamo tutti perché ogni dollaro che voi spendete si moltiplica per noi. Ti chiedo scusa a nome di tutti e spero tu veda tante cose belle da poter dimenticare questo brutto episodio, e tornando a casa possa dire ai tuoi amici che è bello venire in Zambia.»Benvenuti a RomaQuando atterri a Roma con un volo dall’estero, hai subito la sensazione che l’Italia sia un Paese arretrato. In quell’istante hai la prova tangibile che, dal punto di vista turistico, siamo una nazione in costante declino.Ti vergogni pure un po’ e fai finta di non essere italiano fin dall’istante in cui aspetti i bagagli, che non arrivano mai.L’attesa è talmente lunga che vicino ai nastri hanno installato perfino delle aree giochi per bambini e un bar. Cose che non si vedono in nessun altro aeroporto.Così come non si vedono carrelli portabagagli a pagamento.Ma non come al supermercato, che metti la moneta e poi la riprendi. No, qui paghi 2 euro per usare un carrellino che ovunque nel mondo è gratuito.Gli stranieri si guardano spaesati e chiedono come fare, perché, se non sono europei, ovviamente non hanno in tasca le monete da 2 euro necessarie. Ed ecco che, strategicamente, vicino alle rastrelliere dei carrelli c’è proprio un cambiavalute.«Welcome to Italy!» che tradotto suona un po’ «È solo l’inizio!».Questa è la prima porta d’accesso verso la capitale d’Italia, la Città Eterna. E questo è il benvenuto.Il treninoIl turista che sta finalmente uscendo dal trappolone di Fiumicino e deve arrivare in città ha tre opzioni: autobus, treno o taxi.Dopo aver schivato i tassisti abusivi che ancora ti fermano sulla porta, ci sono quelli regolari la cui tariffa è stampata in bella mostra sulle porte: 48 euro. Concordata e certificata dal Comune. Una delle più alte d’Europa. Ovviamente senza scontrino, perché da noi non esiste, mentre in Romania viene stampato automaticamente alla fine della corsa con tutte le indicazioni relative al tragitto e alla compagnia.Se non si vogliono sborsare 50 euro di taxi o prendere il bus e affogare nel traffico, c’è il treno diretto alla stazione Termini, il Leonardo Express: 14 euro e 30 minuti per fare 30 chilometri senza fermate. Con un treno che potrebbe andare a 160 km orari.Il regionale 21895 percorre ogni giorno una distanza simile, da Roma a Pomezia, in meno della metà del tempo, 14 minuti. Il biglietto costa 2,10 euro.A Madrid il trenino per andare in aeroporto costa 2,50 euro, a Berlino il viaggio dura 28 minuti e il biglietto costa 3,20 euro, mentre il nostro corre la metà di un regionale e costa il 600% in più.Così, solo per fare dei paragoni.Giunti finalmente alla stazione Termini ecco un altro segnale di avvertimento all’ignaro turista. A uno dei tre ingressi principali, questa è la situazione che si presenta per attraversare la strada: ci sono quattro passaggi pedonali a breve distanza, tutti con la presenza di gradini vietati dal Codice della Strada (art. 40 comma 11).La legge infatti prevede l’obbligatoria presenza di rampe per permettere il passaggio dei disabili, fornendo la normativa specifica per la loro realizzazione. Un obbligo di legge che, se rispettato, in questo caso sarebbe anche utile per i viaggiatori che trascinano carrozzine e bagagli, tanto più pesanti quanto maggiore è il tempo che si tratterranno in Italia.Una palese violazione multipla delle norme basilari di civiltà in uno dei punti di maggior passaggio della città (dalla stazione Termini transitano 150 milioni di viaggiatori all’anno).Ma non basta, perché l’illegale sfocia nel paradossale, dato che le rampe in realtà ci sono, e sono ben 3. Però posizionate non in corrispondenza delle strisce pedonali ma con accesso direttamente sulla strada, obbligando il turista o il disabile a porsi il dubbio amletico: rischiare la vita nell’impietoso traffico romano e magari una possibile contravvenzione, oppure un’ernia o un capitombolo salvando però la pelle?Al suo primo attraversamento, comunque, il turista riceve anche un altro avvertimento, perché le macchine, che non si fermeranno al suo passaggio, lo sfioreranno mancandolo di pochi millimetri e gli faranno capire che da queste parti rilassarsi può essere molto pericoloso.Inciviltà diffusaChissà, forse il visitatore, affrontando questo inaspettato corso di sopravvivenza, si domanderà se l’esperienza è più pittoresca o più stressante.Il turismo di successo è frutto di mille dettagli, tutti da curare. Questo è uno dei tanti, non il meno importante.Secondo la legge, il conducente si deve fermare (non rallentare o schivare) quando il pedone sta attraversando, e deve invece rallentare se vede che un pedone sta per attraversare (art. 191 CdS). Sono previste multe da 162 a 646 euro. Peccato che sia quasi impossibile trovare un vigile che faccia rispettare questa norma.La visita romana diventa ancora più rischiosa se si decide di affittare una bici.Uno dei punti di forza nell’attrazione turistica di molte città europee sono proprio le piste ciclabili. Berlino sembra concepita per essere vissuta con la due ruote, mentre Roma sta ai ai ciclisti come la Corea del Nord alla libertà di stampa.I 115 chilometri di piste ciclabili della capitale, contro il migliaio di Berlino, sono scollegati tra di loro, inesistenti nei punti di maggiore attrazione e pochissimo curati. Il bike sharing comunale è inesistente perché le bici sono state rubate tutte e subito.Ci sono anche situazioni paradossali come quella di via dei Fori Imperiali, una delle strade più affascinanti del pianeta, talmente larga che ci potrebbero stare comodamente 6 corsie, ma completamente priva di una pista ciclabile. Il paradosso sta nel fatto che, ai due lati esterni della strada, ci sono le corsie per gli autobus, e su queste è vietata la circolazionedelle bici. Il ciclista deve quindi pedalare alla sinistra dei bus e a destra delle auto: praticamente in mezzo alla strada, sfiorato da entrambi i lati dai mezzi che scorrono veloci! Una situazione contraria a ogni logica, oltre che alla sicurezza.O scegli di rischiare la vita o infrangi il codice della strada.In quella che potrebbe essere facilmente una delle piste ciclabili più belle del mondo.Il sentimento di lotta per la sopravvivenza si attenua ovviamente alla visione delle bellezze che la capitale offre.Una visione purtroppo offuscata dal sudiciume imperante.Basta leggere le recensioni su Trip Advisor, il più importante collettore di giudizi turistici del mondo, per capire quanto i visitatori siano infastiditi dalla sporcizia. Anche il regista Ferzan Ozpetek ha dichiarato di non volerci più girare film.Questo grazie all’inciviltà di una parte degli abitanti che considera strade, giardini e marciapiedi come un’immensa, gigantesca pattumiera. Dai finestrini delle auto si vede regolarmente volare fuori di tutto: fazzoletti usati, cartine di caramelle, sacchetti di carta e sigarette, per non parlare dei posacenere svuotati durante la sosta al semaforo.Non va meglio sui marciapiedi, dove gettare per terra lo scontrino, la carta del gelato, il mozzicone di sigaretta o qualsiasi cosa ingombri le mani è il modo più semplice per disfarsene, proprio mentre, a pochi metri, c’è un bel cestino pronto ad accogliere il rifiuto.
Si calcola siano 72 miliardi i mozziconi buttati ogni anno in Italia, che, oltre al danno ambientale e al danno economico per l’amministrazione comunale che deve pulire, causano un danno di immagine che degrada l’appeal delle città.Ogni sigaretta gettata per terra danneggia, quindi, anche lo sviluppo economico della capitale, e le sanzioni dovrebbero considerare anche questo aspetto. In alcune città sono già in vigore multe salate: dai 500 euro di Trento ai 1000 di Pollica (SA); ma trovare uno che viene davvero multato è tutta un’altra storia. A Singapore, invece, le multe vengono davvero comminate. Dopo la prima, per l’equivalente di 300 euro, la seconda sale a 1000, il colpevole viene rinviatoLe difficoltà dello straniero continuano dal piano materiale a quello virtuale, perché quando si collega al sito ufficiale del turismo capitolino http://www.turismoroma.it, magari per vedere l’offerta settimanale degli avvenimenti, trova un sito tradotto nelle consuete 4 lingue.
Quello di Parigi, tanto per fare il solito paragone, è tradotto in 11 idiomi.TruffePoi ci sono le truffe ai turisti, una delle peggiori macchie a giudizio in tribunale e finisce a pulire le strade indossando una casacca gialla che lo espone al pubblico ludibrio. sull’immagine di un brand internazionale perché colpisce la fiducia del «cliente» con danni che si rinnovano per anni e anni sulle guide di tutto il mondo.Non sono molti i casi noti, ma bastano.Ci sono i due turisti giapponesi che avevano pagato 700 euro per un pasto, comprensivi di una mancia da 115 euro che nessuno aveva mai pensato di lasciare. Sempre giapponesi erano i tre uomini che, dopo aver bevuto in un night club della capitale, hanno trovato un addebito sulla carta di credito per 7000 euro. Oppure i sedici turisti inglesi a cui il cono gelato è costato 16 euro cadauno.Non solo Roma, visto che a Venezia una cena con frittura di scampi è costata 600 euro a due poveri danesi che hanno protestato con l’ambasciata italiana nel loro Paese.Si tratta di vere e proprie truffe regolarmente denunciate ai commissariati di polizia, e non di scontrini salati postati su Facebook da chi sceglie i bar più esclusivi della penisola (come nel caso del Phi Beach di BajaSardinia), si siede al tavolino e poi denuncia gli alti prezzi che pure aveva letto sui menu.Di truffe in realtà c’è un gran campionario a disposizione: i venditori di souvenir tarocchi di fronte a Pompei, le finte guide turistiche, i finti legionari che sembrano fare le foto gratuitamente e poi ti menano se non paghi il pizzo, e perfino i «bagarini» di mappe cittadine, che a Napoli rivendevano a un euro le cartine distribuite gratuitamente agli infopoint comunali.Sempre a Napoli, famosa nel mondo per la sua creatività, sono arrivati al punto di truccare, con finti adesivi, i cartelli con le indicazioni pedonali, invertendo la direzione delle frecce, per deviare i turisti e indirizzarli verso una zona di venditori abusivi e borseggiatori chiamata «la dogana».Dei veri geni del male.La lista potrebbe continuare a lungo, tanto che il Codacons ha aperto uno sportello speciale per proteggere i turisti da questo tipo di raggiri.Purtroppo le truffe ottengono un grande risalto sui media nazionali dei turisti gabbati, creando l’idea che in qualsiasi ristorante italiano ci sia il rischio di essere fregati e che quindi si debba stare costantemente all’erta.Tutto questo viene riportato nelle guide e sui social media, e lo straniero che sta scegliendo la sua prossima meta si domanda per quale dannato motivo deve andare in un Paese dove è costretto a stare sempre attento a non essere truffato, oltre che investito. Alla fine, per evitare il rischio stress, sceglie un’altra meta.Oltre a pene che andrebbero inasprite, magari calcolando il danno economico provocato all’intera collettività per gli anni futuri, sarebbe importante che tutti facessimo uno scatto di qualità a livello culturale e imparassimo che il bene comune è anche la nostra ricchezza, che sporcare le strade o fregare un avventore è come rovinare un capo di pregio che poi il nostro socio di negozio non riuscirà più a vendere.Con lo spirito di identità, sarebbe ora di attivare anche la coscienza.Nel frattempo, anche se ricerche e titoli di giornale dichiarano che Roma è la meta preferita dai turisti (risultato scontato se le domande vengono poste nella città che è stata appena scelta per la visita), il confronto con le altre capitali, europee e non, ci vede, ancora una volta, soccombere.Bangkok e Londra si contendono il primato con 16 milioni di visitatori esteri, Parigi, a seconda della statistiche, sta a quota 14 o 16 milioni.Roma capitale ha ospitato nei suoi alberghi 6 milioni e mezzo di stranieri. Cifra che sale a 8 milioni e mezzo se si considera tutta la provincia e tutte le tipologie di accoglienza.Ma l’incremento rispetto all’anno precedente è stato sicuramente e fortemente influenzato, come abbiamo già detto, dall’elezione di papa Francesco ed è facile prevedere per il 2014 un’altra annata positiva, visto che solo per la canonizzazione dei due papi è stato calcolato l’arrivo di un milione di turisti.Dover superare con la valigia un gradino di 20 centimetri non è sicuramente un dramma, ma ripetuto milioni di volte significa chilometri di inutili salite che pochi euro potrebbero annullare. Per provare a risalire la china.

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