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Tratto da un racconto di Stephen King - I mainstream (parte I)

Da Mariparacchini
C'è una specie di legge non scritta che aleggia nell'aria che dice che l'omino bizzarro del Maine può piacervi oppure no, ma uno di questi film lo avete necessariamente visto. Che vi piaccia l'horror o meno.
(Anche perché definire il signor King solo un autore di genere è altamente ingiusto e irrispettoso.)
It, 1990, Tommy Lee Wallace
Tratto da un racconto di Stephen King - I mainstream (parte I)
Vediamo se indovino cosa è successo nelle vostre vite?
Grossomodo intorno agli 8-10 anni avete visto It. Tutti. E tutti giù a ridere, MA NON FA PAURA! Ahahah, tutti i bambini dell'universo che guardano It e dicono che non hanno avuto paura.
Conseguenza, a 30 anni tutti che hanno paura dei pagliacci.
Ah, ma It non faceva paura.
Effettivamente, rivisto oggi, magari con qualche annetto in più sul groppone, paura non la fa.
Ma, francamente, chissenefrega.
Sarà un prodottino mediocre (e va bene, va bene, lo è), sarà una mezza pippetta nei confronti del romanzone da cui è tratto (e lo è, di nuovo), ma è IT! E' l'infanzia, le guerre tra bande rivali, una riunione di sfigatelli ante Glee Club, è divertente. Ad un occhio oggettivo, cosa che il mio non è, potrebbe anche fare piuttosto pena rivisto adesso, va riconosciuto. E' anche lungo come la Quaresima per cui se non gli volete bene evitate di buttarvici perché potreste vederlo come tempo perso.
Ma è IT, quello lì è il mio amatissimo e straordinario Tim Curry, il resto non ha importanza. 192 minuti da re assoluto della scena, anche quando non era presente.
Rimane e rimarrà sempre un cult assoluto, nonostante i milioni di difetti tra cui non ultimo il fatto che il sopracitato Pennywise sia l'unico in grado di recitare. Occupa un posto nel cuore che è ben preciso e tutto suo. Il solo fatto che si stia pensando e lavorando ad un remake mi spezza il cuore. Lo so che con ogni probabilità ne uscirà un lavoro migliore, ma dall'alto della mia maturità mi ci oppongo a prescindere.
Tanto Tim Curry non lo supera nessuno, STACCE.
The mist, 2007, Frank Marabont
Tratto da un racconto di Stephen King - I mainstream (parte I)
Scheletri è la mia raccolta preferita di racconti di King. Forse anche il suo libro che amo di più (forse, perché come cavolo si fa a scegliere?).
La nebbia è, appunto, uno dei racconti da Scheletri.
Si parla di un tot di persone che restano chiuse in un supermercato perché lì fuori si è sviluppata una densa e fittissima nebbia che pare essere popolata da creature niente affatto amichevoli.
Ascoltate una cretina e fate come vi dico: se non avete visto The mist vedetelo adesso. Anche se avete letto il racconto, e pensate che il film non possa darvi niente di più, regalatevi la visione di questo film davvero molto bello, perchè il suo finale (se non ve l'hanno spoilerato in precedenza, in quel caso non vale) vi lascerà in pezzi.
Un monster movie interessante, che riesce ad esserlo anche per me che non sono troppo fan del sottogenere. Forse perché i monster che stanno fuori hanno quasi il ruolo del pretesto in confronto ai monster che stanno dentro. Ma togliamo pure il quasi. Umanità in pericolo, per cui la sopravvivenza viene prima di qualsiasi altra cosa. Molto, molto comprensibile, ma tremendo. Alcuni dei momenti più angoscianti della pellicola sono proprio dati dagli atteggiamenti delle persone. Tenete sotto controllo la signora Carmody, segnatevi il nome.
Tremendo, dicevamo. Ma rimane comunque niente in confronto al finalone. Finalone che, come una ciliegina su quella torta avvelenata dal terrore che ci pervade, ci conduce verso una totale e disarmante disperazione.
Un film incredibile.
Misery non deve morire, 1990, Rob Reiner
Tratto da un racconto di Stephen King - I mainstream (parte I)
Anno Domini 2013.
Viene diffusa la notizia che tale Kathy Bates farà parte del cast della nota serie tv American Horror Story.
Il popolo accoglie la notizia con feste in piazza, manifestazioni di giubilo, parate con carri festosi e lancio di coriandoli colorati agli angoli delle strade.
O almeno, nella mia mente è andata proprio così.
Perché Kathy è, e sarà sempre, quella folle sconsiderata di Annie.
Annie che ancora oggi mi fa una paura pazzesca.
Passo indietro per quelle due anime che non sanno chi Annie sia.
Annie (poi il suo nome non lo scriviamo più) è un'infermiera che salva da un incidente stradale il famoso scrittore Paul Sheldon. Mentre gli presta assistenza, scopre che quel folle vuole far morire, nel suo ultimo romanzo, Misery, che altri non è che l'eroina del cuore di Annie. Lei non prende la notizia proprio bene, per cui prova a fargli cambiare idea.
Se non avete visto Misery siete proprio sul blog sbagliato.
Se già il romanzo è una specie di miscela tossica di tensione e scene molto interessanti anche belle toste, il film è quasi (quasi) su un livello superiore. Reiner ha scelto di eliminare quasi (QUASI) completamente la violenza fisica e visibile ed ha fatto un gran bene, perché è talmente efficace lo sguardo della meravigliosa Bates che non serviva altro. Potrei quasi dire che il film si reggerebbe in piedi anche se fosse orribile e avesse come carta vincente solo quegli occhi.
Perchè la follia spaventa. Perché quando una persona fa un gesto sbagliato, ci si appella alla logica. Si spiega cosa sarebbe stato giusto fare. Ma la logica va del tutto in panne quando siamo di fronte ad uno squilibrio. E lei è talmente brava, talmente verosimile, talmente intensa, che lascia spiazzati. Non puoi spiegarle che non si tengono ostaggio gli scrittori, è ovvio per noi che Misery è solo un personaggio fittizio. E' logico. Non per lei.
Il suo passare dall'affabilità (quello lì è il suo scrittore preferito! E sta male! Si prenderà cura di lui.) al tono minaccioso quasi a passo di danza è da applausi.
Come lo è tutto il film.
(No, i film più famosi non sono tutti qui. Stay tuned!)

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