Magazine Maternità
E' molto frequente che i bambini possano cadere e sbattere la testa, mentre giocano, mentre fanno attività sportive, mentre vanno in bici o salgono sui gonfiabili e allora noi genitori andiamo in panico. E' successo anche a Marco, aveva quattro anni, eravamo in vacanza in una località mal servita da servizi medici, l'ospedale più vicino era a 70 chilometri ed era anche sera inoltrata.
Mentre giocava con altri bimbi,cadde e sbattette la testa sul marciapiede della strada, restò privo di sensi per qualche minuto, la gente che era lì vicino ci circondò e ognuno diceva la sua, per alcuni dovevamo portarlo di corsa all'ospedale, per altri bastava tenerlo sotto osservazione e soprattutto sveglio. Marco si riprese, rispondeva alle nostre domande, sembrava solo un po' frastornato, così decidemmo di non portarlo in ospedale, anche per evitargli un ulteriore spavento. Erano le 23.00 e per tenerlo sveglio, ricordo, che lo portammo sulle giostrine, mentre era sull'astronave spaziale e rideva, lo vidi di nuovo quasi perdere i sensi, mi misi a gridare al gestore delle giostre di spegnere l'impianto ed effettivamente lo spense subito, presi Marco dall'astronave e dopo qualche passo incominciò a vomitare. La nostra agitazione arrivò all'apice, ma per fortuna il bambino, dopo aver vomitato, sembrava essersi ripreso in pieno. E' inutile dire che passai quella notte senza dormire per vegliare il sonno di Marco, che l'indomani si risvegliò super attivo come sempre. Che brutta esperienza !
Vi lascio alla lettura di questo articolo di Mammamedico molto interessante che spiega come comportarsi nel caso il bambino batta la testa.
Il trauma cranico nel bambino
Tratto oggi di un “evergreen”, ovvero del trauma cranico nel bambino, perchè, a parte riprendere i soliti, ma non scontati consigli, vorrei raccontare un’esperienza di così detta vita vissuta.
Qualche giorno fa un amichetto di microba all’inizio della sua avventura con la bici senza rotelle, ha fatto il primo volo. Caso ha voluto che io mi fossi allontanata dal parco giusto i 5 minuti dell’evento e quando, dopo una telefonata allarmata, arrivai di corsa, mi trovai di fronte ad una scena che da medico ma soprattutto da mamma mi urtò parecchio. Era stata chiamata l’ambulanza (e fin qui nulla da dire, le ferite del capo, anche le più banali, sanguinano parecchio e il sangue fa sempre molta paura), trovai un ambulanziere che stava medicando il piccolo (che per fortuna stava benone), e dava alla madre informazioni alquanto scorrette su quello che sarebbe accaduto dopo, su chi avrebbe visitato il bambino, su che esami avrebbe fatto.
Ecco questo è il primo punto che vale per questo episodio ma per tutte le chiamate delle ambulanze: nessuno può dire quale sarà il comportamento che terrà il medico del pronto soccorso, per non spaventare ulteriormente gli interessati, perchè quello che si valuta in una strada è ben diverso da quanto si evince da una visita in ambiente ospedaliero ma soprattutto perchè è solo un medico che può decidere degli esami e delle visite da effettuare.
Tornando al “nostro” trauma cranico, è fondamentale precisare che ( continua a leggere )