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Travolti da Louise Bourgoin (e dalla cicogna)

Creato il 31 luglio 2012 da Pianosequenza

Travolti da Louise Bourgoin (e dalla cicogna)

Travolti dalla cicogna
(Un heureux évenement)
Rémi Bezançon, 2011 (Francia), 107’
uscita italiana: 27 luglio 2012
voto su C.C. Travolti da Louise Bourgoin (e dalla cicogna)
Barbara (Louise Bourgoin) e Nicolas (Pio Marmaï) sono una coppia felice. Dopo un lungo corteggiamento nella videoteca in cui lui lavora, punteggiato dai titoli di film celebri (tra le idee più interessanti della pellicola), i due hanno deciso di fidanzarsi e metter su famiglia. La nascita del primogenito nasconde però abbastanza insidie da far vacillare una unione all’apparenza inossidabile. Durante il periodo estivo, nei cinema italiani che stoicamente decidono di restar aperti, è possibile imbattersi nelle peggiori porcherie che l’anno cinematografico riesce ad offrire, perché la bella stagione dalle nostre parti è sinonimo di contenitore nel quale i distributori possono disfarsi di scommesse perse ed acquisti sbagliati, o più semplicemente di pellicole con ben poche aspettative da botteghino.  In questo “vuoto di potere” di tanto in tanto è possibile scovare buone idee e giovani talenti, magari poco sponsorizzati o provenienti da lidi non esattamente alla moda.
Nell’ultimo carico di film degli odiati cugini francesi sbarcato sulle spiagge italiane diversi titoli hanno rubato l’occhio: dal capolavoro La guerra è dichiarata fino alle due godibili commediole (il nostro Travolti dalla cicogna e L’amore dura tre anni) nelle quali brilla in tutto il suo talento e fascino Louise Bourgoin.
Proprio in Travolti dalla cicogna l’attrice francese riesce a reggere, insieme al collega Marmaï, l’intero peso di una narrazione a volte banale o sopra le righe, regalando all’accaldato spettatore una interpretazione che vale il film. Non la aiuta particolarmente il regista, Rémi Bezançon, che decide di approcciarsi alla storia con atteggiamento da documentarista: mentre snobba la maggior parte dei momenti che garantirebbero pathos, sottolinea con una certa pedanza tutti i frangenti di vita quotidiana e le piccole (grandi) sfide rappresentate dalla nascita del primo figlio. Questa scelta alla lunga non paga, perché sacrifica l’interessante vena creativa dimostrata dal regista in diverse sequenze, in favore dell’approfondimento super-realista su temi e situazioni ben meno ignote ai più di quanto l’autore sembrerebbe credere.  
Per la fortuna di Bezançon e di tutti gli spettatori, in campo c’è quasi sempre l’enigmatico sorriso della Bourgoin. Tanto basta.

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