Esistono diritti civili in America, di cui noi, forse, non siamo a conoscenza. Tali diritti consento a una casa di produzione cinematografica come l’Asylum di fare palesemente il cazzo che vogliono. Per intenderci, questi emeriti ciarlatani, ladri nonchè cazzoni da competizione, impiegano il loro tempo nel finanziare e realizzare film che sono banalissime copie dei grandi blockbuster hollywoodiani. Giusto per chiarire, volendo citare due tra le gemme del loro catalogo che più mi hanno fatto venire la pelle d’oca: abbiamo i Transmorphers (la loro versione dei Transformers di Michael Bay), i Terminators (di cui non sto nemmeno a citare l’ispirazione) e quella titanica cagatona di AVH: Aliens vs. Hunters (che sarebbe Alien vs. Predator, Predator = Hunter…ma quanto si può essere coglioni?)
Ma soprattutto abbiamo l’inno definitivo alla nullità registica, creativa e recitativa: Megashark vs. Giant Octopus. Nonostante il titolo sia un monito di tutto rispetto verso l’ingenuo spettatore, non ci si rende conto dello tsunami di merda che lo investirà durante la visione di questa porcata finchè il film non è cominciato.
Onestamente, limitarmi a dire che non mi era mai capitato di vedere un film così brutto sarebbe riduttivo, tuttavia, non conoscendo abbastanza insulti per riuscire a sfogare la frustrazione causata da ciò che gli occhi hanno patito, tenterò solo di descrivere le sensazioni provate. Nella speranza che, se per qualche scherzo del destino dovessero mai essere ripristinati i roghi inquisitori, i fuochi che li alimentano possano essere accesi dando fuoco a tutte le copie di questa cagata di film, o in alternativa, ai responsabili della sua messa in commercio.
Ecco, solo parzialmente, cosa rende questo film una completa e orribile cazzata:
Abbiamo un’ex cantante (Debbie Gibson, con svariati dischi all’attivo, ma a me sconosciuta) che viene tolta dalla naftalina nella quale la fine degli anni ’80 l’aveva seppellita e le viene affidato il ruolo di protagonista di un film brutto, ma molto brutto. Spero per lei che sia dovuto al fatto di essere bionda, o di essere un nome di richiamo per il pubblico americano, perchè se fosse dovuto a dei favori sessuali concessi vorrebbe dire avere il sex appeal di una betoniera.
Poi c’è Lorenzo Lamas, il mitico Renegade degli anni ’90, che la naftalina, probabilmente, ce l’ha nel cervello visto che in tutto il film non snocciola più di un’espressione facciale, condita con raffiche di finto machismo e forti precipitazioni di dialoghi da celebrolesi. E questo, purtroppo, ha reso già di per se il mio mondo un pò più triste, perchè Lorenzo Lamas me lo portavo nel cuore da quando ero ragazzino e mi gasavo tutti i pomeriggi nel vederlo prendere a calci in culo i cattivoni su e giù per il deserto americano. Ma un applauso a lui lo faccio lo stesso, perchè la sua (unica) faccia non è cambiata di una virgola negli ultimi vent’anni e per risultati simili sicuramente un qualche talento ci vuole.
Poi abbiamo gli altri personaggi, tutti aventi come comune denominatore la pessima capacità recitativa, una personalità che rivaleggia con i più scadenti tavolini dell’ikea (ma guardare un tavolino Klubbo per oltre un’ora vi farà sicuramente divertire di più), svariati difetti fisici che mai li renderanno veri divi hollywoodiani, e un talento naturale per sprigionare i peggiori istinti omicidi nello spettatore che se li sorbisce per tutto il film.
Comunque i veri protagonisti del film sono, senza ombra di dubbio, il Megashark e la Giant Octopus (porca puttana ancora non me ne faccio una ragione), bestiaccie preistoriche rimaste bloccate durante la glaciazione del pianeta milioni di anni fa che vengono accidentalmente liberate dalle culate di un branco di balene impazzite. E una volta liberi che fanno? Ovviamente iniziano a rompere le palle a piattaforme petrolifere, navi, sommergibili e aerei (in una scena talmente putrida e insensata da aver ridefinito gli standard degli Z-movie in tutto il mondo). Facendo tante cattive azioni, i governi si alleano per ucciderli, formando una task force di scienziati che, per qualche motivo, spesso e volentieri mi hanno ricordato Qui, Quo e Qua di Walt Disney, restando però sempre dei meravigliosi esemplari di odiosi e incapacissimi imbecilli.
Essendo un film dell’Asylum, è normale che il cervello venga sovraccaricato a tal punto dalla bruttezza e dallo squallore da spegnersi dopo dieci minuti, mandando a fare in culo il resto del corpo e costringendo lo spettatore a subire la visione del film con la bava che cola dalla bocca pregando che tutto finisca in fretta e senza ulteriori sofferenze. Se questo non avviene è meglio spegnere il televisore perchè potrebbe nuocere gravemente alla salute insistere nella visione di questo gioiello di cinema contemporaneo.
Davvero non capisco come si possano spendere dei budget (per quanto evidentemente bassi) per realizzare orrori del genere, e ancora meno capisco come possa esserci gente che fa lo sforzo di andare in videoteca e si riduce a noleggiare certa roba spendendo soldi guadagnati col sudore della fronte per riempire le casse dell’Asylum, permettendogli così di sfornare altre notevoli e illustri cagate cinematografiche.
Incrociamo le dita, e preghiamo che la crisi che flagella l’America colpisca al più presto anche i dirigenti dell’Asylum, mettendoli in ginocchio mentre il loro Megashark di trenta metri li punta da dietro per infilarglisi dritto e per intero su per l’orifizio più sacro e delicato di cui il buon Dio li ha dotati (la Giant Octopus si occuperà di tenere tutti fermi in posizione ottimale, così anche lei avrà motivo di esistere).