( Mark Rotko)
Rosso inquieto
Rosso inquieto e l’acqua danzante
in gorgonesco ribollire
dell’argento e del nero, poi lo sciacquio
sotto il fendere d’eliche veloci –
grattacieli di vetro e di metallo
avanzano sulla laguna
la città si allontana nel tramonto
quando penso al riflesso delle barche –
forme ansiose, colori tremanti –
ed al canone inverso, allo svanire
del lamento nei secoli, alle note
seminate nel mondo capovolto…
Viola ( Il pescatore di suoni )
Dove il ghiaccio era oscuro
e la notte più chiara d’un giorno d’eclissi
il pescatore di suoni sedette all’orlo
della scogliera viola
dondolando sensibili dita
un fantasma stordito di donna
rimescolava parole
nella scatola trasparente
intrecciava germogli di bucaneve
e splendeva in silenzio l’eclisse
Color del tempo ( le stanze del tempo esteso )
I prati non indossano più
sfolgoranti pellicce verdi
scaglie di gelo screpolano i fiumi –
una baltica luce intaglia i vetri
smeriglia i metalli, contrasta il profilo
ai viaggiatori sulla banchina
e non ci sono stagioni né ore
nelle stanze del tempo esteso –
minuti di cera si fondono agli angoli
oscurati da essenze di pelargonio
non esistono secoli né ore
il tempo è un insetto straniero
macchia ai piedi del copriletto
al di là delle imposte sbarrate
i passanti aprono la bocca in sussurri –
non sanno pronunciare il nome