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Tre Concerti: uno Spartito Ricco di Passione

Creato il 23 luglio 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Tre Concerti: uno Spartito Ricco di Passione

«Sono arrivato appena oggi, dopo anni di mondo, ed è bastato un giorno d’estate nella vecchia casa, per riassaporare una vita intera». Una frase, Tre concerti. L’ultima opera di Vittorio Bocchi (Edizioni Pontegobbo), è un ricordo lungo sessantuno pagine, un viaggio nella memoria e nei luoghi d’infanzia per rivivere almeno in questa dimensione onirica un amore, una passione, un’intera esistenza. In questo breve romanzo, Bocchi tesse una fitta trama in cui amore, morte e musica si intrecciano in un turbinio di parole e note, profuse sullo sfondo dei paesaggi sulle rive del Po. «Nella memoria riposa la verità», ed allora ecco che basta rievocarla e abbandonare «alla sua magia l’amore e l’odio di un’esistenza» per raccontare una storia in cui differenti passioni, quella per una donna da un lato e per la musica dall’altro, coesistono talvolta sovrapponendosi, entrambe destinate a vedere la loro inevitabile conclusione, incapaci di sottrarsi ad una volontà superiore. La narrazione viene scandita da un immaginario metronomo che battuta dopo battuta ci porta inesorabilmente verso la fine della composizione, rubando i tempi ai tre concerti per pianoforte di Ciajkovskij. La trasposizione della vita nei tre brani, fa sì che il compositore russo diventi involontario narratore di eventi, di una favola fatta di disperata passione, carpita e imprigionata tra le righe di uno spartito e condivisa attraverso la sinfonia, attraverso quella successione di note che meglio della penna possono esprimere così forti emozioni. Passione non solo per una donna o per la musica ma anche per uno spazio reale e allo stesso tempo idealizzato: quello dell’infanzia, a cui torniamo, quando non possiamo con il corpo, quantomeno con la mente; quel posto, silenzioso custode di ricordi, culla della memoria e rifugio dei pensieri. L’amore di Vittorio Bocchi per la sua terra con la sua storia e le sue pianure è già stato messo nero su bianco nelle sue precedenti pubblicazioni in cui racconta di grandi luoghi e grandi uomini.

una immagine di Copertina di Tre concerti Edizioni Pontegobbo 2012 620x845 su Tre Concerti: uno Spartito Ricco di Passione

Nel suo Tre concerti trova, comunque, il modo di rinnovare questi sentimenti, affidando alla descrizione dei posti che meglio conosce il difficile compito di esprimere le emozioni imprigionate nei portici di una piazza o rinchiuse tra gli argini di un fiume. Non si tratta solo della memoria dell’io narrante ma anche della memoria storica di questi luoghi, palcoscenico di guerre e di vita quotidiana, così insensibili nella loro staticità e, allo stesso tempo, per questo così rassicuranti. L’ambientazione è quella della campagna mantovana, tanto cara all’autore, disegnata dai corsi d’acqua da cui è attraversata, e che fa capolino tra le pagine imponendo la sua presenza e pretendendo la stessa attenzione dovuta ai personaggi. I protagonisti sono ritagliati in un’aura di raffinata, e non ostentata, educazione mentre a far da coro c’è la gente semplice di un borgo rurale, dove le personalità illustri sono il parroco, il sindaco, il veterinario e gli avventori della città che trascorrono le loro estati all’ombra dei Tigli e sulle rive del fiume. Questi “vacanzieri” sono figure nostalgiche di una realtà campestre tanto dolce per loro quanto dura per chi la terra non la vive ma la coltiva, con la rassegnazione di chi conosce solo quella dimensione fatta di campi e sagre di paese che diventano la finestra di un mondo idealizzato e sconosciuto. Una realtà nella quale la malattia è quel momento “altro” e più alto della vita in cui ci si sottrae alla fatica per abbandonarsi alla sofferenza con tutta la shakespeariana solennità che la situazione esige; per cui più che un dottore basta un veterinario filodrammatico, pallido conoscitore del teatro anglosassone, per sciogliere la prognosi.

una immagine di Vittorio Bocchi 620x838 su Tre Concerti: uno Spartito Ricco di Passione


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