
Sempre da ieri, si registrano movimenti - e combattimenti - nella zona intorno a Daraa. L'intensa attività sarebbe probabilmente legata all'azione dei gruppi del Fronte Meridionale, quello che dovrebbero essere sostenuti anche da Arabia Saudita (e forse Pakistan, a questo punto), attraverso la fornitura di armamenti con il tacito assenso degli Stati Uniti. Nella zona più (e qui la questione si ampia e si potrebbe ricollegare all'intensificarsi delle operazioni militari israeliane al confine) come già si era detto, la creazione di una linea di battaglia nelle zone meridionali, dovrebbe garantire un cuscinetto al territorio israeliano, spostando l'attenzione dell'esercito siriano - e delle milizie collegate - dalle più sensibili (c'è di mezzo anche il Libano e Hezbollah) aree del Golan.
Oggi, è arrivata invece la notizia della sospensione delle relazioni diplomatiche tra Siria e Stati Uniti: con un ordine esecutivo del Dipartimento di Stato si è intimata la chiusura dell'ambasciata di Washington e dei consolati onorari di Troy in Michigan, e Houston in Texas. Sulla decisione, è inutile dirlo, hanno sicuramente pesato i difficili passaggi diplomatici dietro alle vicende ucraine e la controversa posizione russa su Assad: d'altronde, le ripercussione della crisi in Crimea saranno indubbiamente forti anche sui dialoghi di pace in Siria (anche di questo si era già parlato).