Magazine

Tre donne premio Nobel per la Pace

Creato il 09 ottobre 2011 da Profrel
Tre donne premio Nobel per la PaceIl contributo delle donne allo sviluppo della pace sta diventando sempre più evidente e fecondo. Il premio alla presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf, alla connazionale Leymanh Gbowee e all’attivista yemenita Tawakkul Karman è un segnale forte del riconoscimento dell’impegno costante e coerente di tante donne che sono particolarmente coinvolte nel processo della costruzione della pace e riconciliazione nei loro Paesi.
Le tre donne sono state premiate per «la loro battaglia non violenta per la sicurezza delle donne e per i diritti delle donne alla piena partecipazione all’impegno per la costruzione della pace». Ellen Johnson Sirleaf è la prima presidente donna di un Paese africano, Leymanh Gbowee è una costruttrice di pace che ha mobilitato donne cristiane e musulmane per superare le divisioni e gli odi tra i gruppi etnici del proprio Paese contribuendo così alla conclusione della lunga e sanguinosa guerra della Liberia e assicurando la partecipazione delle donne alle elezioni. Tawakkul Karman è una giornalista impegnata per i diritti delle donne, la democrazia e la pace del suo Paese. La commissione norvegese si augura che il premio Nobel «aiuti a porre fine all’oppressione delle donne, che ancora esiste in molti Paesi, e a realizzare “il grande potenziale” che le donne possono rappresentare per la pace e la democrazia.
Nell’anno in cui un altro premio Nobel per la Pace, una donna africana, Wangari Maathai è venuta a mancare, il riconoscimento al “genio femminile”, che opera con il suo contributo originale per una cultura della vita nella sua totalità, suona come un richiamo al mondo a valorizzare le forze migliori per il bene dell’umanità. Se è vero che molti uomini e donne operano ogni giorno per la riconciliazione e la pace, bisogna dire che le donne sanno trovare anche forme creative e insolite per riuscire nel loro obiettivo. Se «la pace è una caratteristica dell’agire divino, che si manifesta sia nella creazione di un universo ordinato e armonioso come anche nella redenzione dell’umanità bisognosa di essere recuperata dal disordine del peccato» (Messaggio per la Giornata mondiale della pace - 1 gennaio 2007), possiamo rilevare che le donne sanno agire con una visione alta della persona, in modo particolare dove e quando possono accedere all’educazione e alla formazione, ponendo così solide fondamenta all’instancabile lavoro che richiede coniugare la vita personale e familiare con il servizio per il bene della persona umana nella società.
Il commento del vescovo di Gbarnga, nel nordest della Liberia, monsignor Anthony Fallah Borwah, è di estrema gioia: «La presidente Sirleaf ha garantito la stabilità e il mantenimento della pace ed è stata promotrice di un forum d’espressione e di libertà mai visto in precedenza. Oggi in Liberia si può parlare senza temere di scomparire o di venire arrestato. C’è una totale libertà d’espressione»; e parlando di Leymah Gbowee: «È una donna eccezionale, come una sorella per me e per molti liberiani, nota da tutti per il suo impegno a favore della pace». Le parole del presule rendono omaggio e onorano le tante donne che nella quotidianità si spendono generosamente e spesso gratuitamente per costruire una società che ponga al centro la persona con i suoi inalienabili diritti umani.
Maria Giovanna Ruggieri, Presidente Generale UMOFC

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog