Non tenere eccessivo conto di come gli altri decidano di comportarsi, bensì immediatamente considera il punto verso il quale natura ti conduce; e non solo l’universale natura, per mezzo degli eventi che a te si presentano, ma la tua personale natura, per mezzo di quanto ti impone di fare. E ciascuno deve fare ciò che consegue alla propria formazione. Tutte le altre creature infatti sono formate col fine di servire agli esseri ragionevoli (del resto in ogni altro caso le cose inferiori sono fatte per quelle che sono superiori); e gli esseri ragionevoli per la loro reciproca utilità. E adesso: il dovere primo della natura umana è il bene comune; secondo dovere, non cedere agli istinti corporei; è proprio infatti della ragione, della mente e della loro azione il conservar se stesse pure e distinte, e non riuscir mai vinte da qualsiasi moto del sentimento o dell’irrefrenabile impulso. In realtà l’uno e l’altro moto hanno carattere animale; mentre invece l’azione della mente agogna di primeggiare e di non subire il dominio delle altre due. E davvero è cosa giusta codesta. La facoltà razionale è infatti formata naturalmente per servirsi di quelle. Terzo dovere, in un essere razionale, il non dare l’assenso senza riflettere, per evitare la possibilità di cadere in inganno. Quindi, attenendosi a tali considerazioni, la nostra facoltà sovrana proceda diritta al suo compito; otterrà così tutto quello che le è dovuto. -Marco Aurelio-
LE ROSE
Ah, quali rose vidi nel mattino
aprirsi! Mentre nascevano ancora,
l’età non era più uguale in tutte.
Della prima i boccioli ancora chiusi
eran capezzoli; a un’altra
le rosse punte svettavano del bulbo,
una terza non spiegava per intero
il calice rotondo, e lì vicino
d’una quarta rifulge il fiore schiuso.
E mentre l’una slancia la sua cima
e l’altra allenta i suoi legami,
ma non spunta dal velo il rossore pudico,
cogli al mattino le rose che periscono.
Sono vergini, presto appassiranno.
-Anonimo-