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Tre Fontane, una saga senza fine

Creato il 09 agosto 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Christian Marchetti per Il Corriere dello Sport

Povero, vecchio “Tre Fontane”, ancora una volta nell’occhio del ciclone. «L’impianto rischia di perdere il rugby!», è l’accusa mossa dalla Nuova Rugby Roma, una delle società che compongono il consorzio nato alla cancellazione del club bianconero nel luglio 2011. Il club presieduto dall’ex giocatore Roberto Barilari punta il dito sul Campidoglio, giudicando inaccettabile il bando per l’assegnazione
della struttura che ha sede all’Eur. Un dispositivo che, tra l’altro, impone la ristrutturazione dell’area – con conseguente realizzazione di tribuna coperta e impianto di illuminazione sul campo principale – per una spesa complessiva di 2.112.704 euro più un canone di mercato annuo di 23.556 euro, per sei anni. Cifre che Barilari giudica «insostenibili per un’associazione sportiva dilettantistica. A chi si rivolge allora quel documento?», nonostante confermi che la «Nuova RR risponderà al bando. Tuttavia pretendiamo chiarezza, ad esempio, sui progetti dei manufatti già esistenti nell’area».

STORIA – Doveroso riassunto delle puntate precedenti. Lo scorso 30 giugno è scaduta la convenzione Campidoglio-Coni Servizi circa la gestione dei 52.000 mq del “Tre Fontane”, comprendenti la vasta zona rugby (tre campi) più quelle per pattinaggio e basket. Recentemente («Ma perché proprio ad agosto?», attacca Barilari) la pubblicazione
del bando, relativo all’affidamento della parte attrezzata per la pallovale e comprensivo di planimetrie e piano di intervento economico che a sua volta consta di due fasi: quella di ristrutturazione (223.804 euro) e quella di realizzazione di nuove infrastrutture (1.888.900 euro). Successivamente, Roma Capitale stilerà la graduatoria decisiva per l’assegnazione.
«Vogliamo trasparenza – tuona Barilari – anche per quanto concerne la destinazione dell’impianto. Nel documento non si fa mai menzione diretta al nostro sport di riferimento».

RISPOSTA – Immediata la risposta del delegato allo Sport di Roma Capitale, on. Alessandro Cochi: «Ma è ovvio che nel documento si parli di rugby, è quello l’ambito d’interesse». E a pagina 8 (di 15) si richiede “la documentazione attestante le esperienze nella gestione di impianti sportivi (…) e nella organizzazione delle discipline da praticarsi nell’impianto”.
«Per quanto concerne la data di pubblicazione – ribadisce Cochi – l’Amministrazione vuole stringere i tempi; mentre, in merito al capitolo spese, è opportuno prevedere qualche centinaia di migliaia di euro per la manutenzione. Infine, per il ritorno della Rugby Roma nel massimo campionato, cioè tra i grandi, non credete serva anche un bello stadio? Ora vogliamo tornare a parlare di sport».

Tre Fontane, una saga senza fine


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