Piovono note, una alla volta. Due alla volta, tre. Ricomincia nelle gocce di note, nei batuffoli di note. Uffa, guarda come sbuffa. Soffia. Se avessi chiuso gli occhi, adesso sapresti cantare la canzone che non ti ho fatto ascoltare. La conosci, certe canzoni si conoscono ancor prima di ascoltarle. Immagina. Fili di pentagramma attorcigliati al braccio come fossero un bracciale. Ascolta, grappoli di note sospesi nel vuoto. Legali. Al tempo, al suono di uno starnuto imbarazzato. Libera. Libera tutti. Uno alla volta, due alla volta, tre. Giochi con me? Stacca una stella e conta fino a tre. Sciogli una goccia e conservala per me. Piove. Senti come piove? Non sbuffare, devi contare. Uno alla volta, due alla volta, tre. Come mai non mi sai trovare? Tre. L’hai detto. Dove sono? Uffa, soffia, soffia e sbuffa. Pausa. Si è sciolta l’ultima nota e io sono già via. Non piove più. Cercami, ancora.