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Tre ombre è una storia sull'ineluttabilità del destino. Una favola che ci parla della trasparenza della legge naturale, così diversa da quella degli uomini e dai loro progetti. Il caso si abbatte su una famiglia semplice e felice, minando questa condizione, offuscando i colori della vitalità, sciogliendoli nelle ombre minacciose di un futuro che sembra impossibile da accettare.
Cyril Pedrosa, autore di questo capolavoro premiato ad Angouleme nel 2008, affronta con toni fiabeschi in chiave allegorica il tema della perdita di un figlio.
Il tutto inizia con la presentazione di Louis, Lise e il loro bambino, Joachim. I tre formano una raggiante famigliola che vive in un luogo dall'atmosfera Dysneyana: natura rigogliosa, vita umile e sana, il sorriso alberga sempre sulla bocca dei personaggi. Tutto sembra perfetto.
Un giorno, tuttavia, tre ombre di cavalieri appaiono in lontananza davanti alla casa di Louis. Le tre ombre incombano minacciose davanti alla dimora della famiglia. Non sono cavalieri di passaggio, sono lì per restare. All'improvviso il mondo ridente che abbiamo conosciuto nelle prime pagine sembra sprofondare di colpo. I sorrisi lasciano posto a sguardi preoccupati, le linee morbide dei personaggi si fanno più graffiate e il nero inizia a prevalere sul bianco. Le tre ombre sono arrivate per Joachim, i suoi genitori lo sanno bene, ma un padre come Louis non può rassegnarsi tanto facilmente a perdere il suo unico figlio, deve fare qualcosa, deve sfuggire dalle tre ombre per metterlo in salvo.
Inizia così una corsa disperata, un viaggio terribile e affannoso, dove l'amore di un padre per suo figlio si incrocia con la consapevolezza dell'impossibilità di opporsi al destino. Il viaggio di Louis diventa allora, prima di tutto, un'odissea per cercare di vivere gli ultimi momenti con il suo bimbo e per arrivare pronto al momento in cui non potrà più riuscire a trattenerlo tra le sue braccia.
Nulla, infatti, potrà contrastare la venuta delle tre ombre quando sarà il momento che il fato si compia. La morte non è nè cattiva nè buona, ma, semplicemente, accade quando deve accadere, nonostante il volere degli uomini e i loro affetti.
Il volume si conclude con il ritorno di Louis, senza Joachim, pronto per un nuovo inizio. Le immagini finali ci portano ad un nuovo idillio, una "quiete dopo la tempesta" che ci ricorda che la vita continua, un ciclo perenne che non da e non toglie a nessuno, poichè non segue le vicende dell'uomo, ma il suo stesso grande equilibrio. Gli uomini sono immersi in questa enorme armonia, che spesso sfugge alla visione limitata della nostra vita privata, sembrando certe volte crudele e ingiusta, quando invece così non è. La poesia buddista che chiude l'opera sembra volerci comunicare l'assenza di una morale nel corso natuarale di ogni vita, bisogna solo accettarlo, magari anche dopo aver combattuto e sofferto. Bisogna andare avanti, chi si ferma è perduto per sempre.
Oltre ai contenuti e alla trama un elemento molto importante dell'opera di Pedrosa è sicuramente il disegno. Esso è fortemente essenziale, quasi stilizzato, ma porta con sè una carica connotativa davvero impressionante. I tratti dolci e sottili delineano paesaggi che sembrano scoppiare di felicità nella prima parte. Ogni pagina emana gioia e armonia. Andando avanti nel racconto, invece, la linea si fa sempre più increspata e dinamica, a volte quasi sporca, dandoci ottimanete l'idea dell'affanno esteriore della corsa e quello interiore del tormento di Louis.
Per concludere, Tre Ombre, è un'opera sublime, capace di metterci di fronte ad un tema pesante, come quello della morte di un figlio e del difficile percorso di un padre verso la sua accettazione, mantenendo sempre una leggerezza narrativa invidiabile. Quello che ne viene fuori è una grandiosa parabola sul rapporto tra la vita dell'uomo e il ciclo della natura, sui nostri progetti e le nostre piccole felicità, costantemente immerse in un quadro più ampio sui cui non abbiamo potere, ma che dobbiamo sforzarci di comprendere e accettare, anche quando è difficile e doloroso farlo.
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