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Tre ottimi libri per chi ama il Giappone

Creato il 13 ottobre 2015 da Milleorienti

copertina Radio Imagination_Layout 1Un romanzo sul Giappone contemporaneo, e due saggi sulle tradizioni religiose giapponesi. Ecco tre interessanti novità in libreria, che mi sento di consigliare a chi ama il Giappone, o semplicemente è curioso di capire un po’ di più la sua cultura di oggi e di ieri.

1) Seiko Ito: «Radio Imagination». Neri Pozza, pp. 202, € 16,50. Traduzione dal giapponese di Gianluca Coci.
DJ Ark trasmette via radio grandi successi degli anni ’60, ’70 e ’80, e riceve molti complimenti via mail dai suoi ascoltatori. Eppure si tratta di uno strano dj: perché il suo corpo si trova riverso in cima ad un albero, immobile, e il dj non ha né microfono né computer. Com’è possibile che trasmetta? È possibile perché si tratta di Radio Imagination, una radio fantasma condotta da un fantasma e ascoltata da fantasmi: quelli dei giapponesi che vennero travolti dallo tsunami nel 2011, la Grande Onda – alta 10 metri – che devastò la regione di Miyagi, in seguito al terremoto che colpì anche la centrale nucleare di Fukushima. DJ Ark trasmette dalla cima di un albero perché il suo corpo fu trascinato lì dalla Grande Onda: lui e i suoi ascoltatori sono morti ma le loro anime – come da tradizione shintoista – si aggirano ancora per il Giappone chiedendo giustizia ai vivi, per ciò che si poteva fare per prevenire la catastrofe ma non fu fatto. E perché ciò non si ripeta. Così, pian piano, gli ascoltatori di Radio Imagination cominciano a narrare in radio la loro storia nel giorno della Grande Onda. Il tema è drammatico e il romanzo si presenta come una denuncia sociale di ispirazione ecologista ma anche come una riflessione sul tema dei rapporti fra vivi e morti, che «si abbracciano a vicenda e vanno avanti insieme». Eppure Seiko Ito è abile nel trattare il dramma con ironia e con una leggerezza tutta giapponese, fra una canzone di Bob Marley e un rievocazione della scena musicale J-Pop. E alla fine anche qualche vivo riesce ad ascoltare le voci e le canzoni dei morti, perché «questa è Radio Imagination e puoi sentirla anche tu, se hai immaginazione e sensibilità».  Radio Imagination è un romanzo di indubbia originalità.

2) Yamasaki Taiko: «Shingon. Il buddhismo esoterico giapponese». Ubaldini, pp. 297, € 27.

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Il tantrismo è un insieme di dottrine esoteriche indiane che permearono su vari piani l’induismo, il buddhismo e il giainismo, diffondendosi poi in Tibet e in Cina e arrivando infine in Giappone.  Qui il buddhismo tantrico giapponese, o Shingon, fiorì con modalità originali,  a partire dal nono secolo. Per altri undici secoli  ha trasmesso i propri insegnamenti solo per via orale, da maestro a discepolo, e anche in seguito ha comunque mantenuto la differenza fra insegnamenti che potevano essere divulgati a tutti (essoterici) e insegnamenti riservati agli iniziati (esoterici). Una “via all’illuminazione in vita» (cioè senza passare attraverso numerose reincarnazioni) che si esplica nella pratica di peculiari discipline del corpo, della mente e della parola, comprese forme di meditazione quasi sconosciute come quella sulla lettera “A”. Solo dalla metà del secolo scorso questa “Via all’illuminazione” peculiare della scuola Shingon ha cominciato ad essere divulgata attraverso (pochi) libri da grandi maestri Shingon, fra i quali appunto c’è l’autore del libro, che fu abate del tempio Joko-in di Kobe. Un saggio di grande fascino che si rivolge a chiunque sia interessato al buddhismo o a chi voglia conoscere una delle tradizioni più antiche e meno note della spiritualità giapponese.

3) Uchiyama Kosho – Okumura Shohaku: «Kodo, il senza dimora». Ubaldini, pp. 269, € 25

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Su MilleOrienti abbiamo parlato spesso di buddhismo zen (discutendo di libri, di giardini oppure di fotografia) ed è quindi una gioia presentare su questo blog un libro che spiega gli insegnamenti di un grande roshi (maestro zen) del XX secolo, Sawaki Kodo (1880-1965): è lui il “senza dimora” del titolo, perché visse viaggiando di tempio in tempio attraverso tutto il Giappone. Il libro si presenta come una serie di lapidari insegnamenti di Kodo commentati dal suo principale allievo Uchiyama Kosho (uno dei due autori del libro) e reinterpretati poi da Okumura Shohaku, l’altro autore del libro, che a sua volta è stato allievo di Uchiyama Kosho. Lo zen non è certo fuga dalla realtà: al contrario è presenza mentale al qui-e-ora, consapevolezza nell’azione. In ciò gli insegnamenti del “Senza dimora” sono chiarissimi e paradossali, com’è tipico dello zen. Mi piace citare qui due insegnamenti del “Senza dimora” tratti dal libro.
– «La causa principale delle illusioni consiste nel pensare in termini di “io”. Molti si lamentano: “sono molto occupato!». In che cosa sono così occupati? Sono occupati ad essere utilizzati dai loro desideri illusori. Tutto qui».
– «Praticare la via del Buddha non è lasciar vagare la mente, ma invece diventare tutt’uno con quello che stiamo facendo.  Mangiare riso non è prepararsi a defecare; defecare non è prepararsi a produrre letame. Eppure di questi tempi la gente pensa che la scuola superiore sia una preparazione all’università e l’università una preparazione a un buon impiego».
Se volete capire lo spirito autentico di queste parole, vi toccherà leggere il libro. E poi, magari, sedervi in zazen.


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