Magazine Cultura

Tre Piccole Bottiglie Di Birra – Giuseppe Faedda

Creato il 04 agosto 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

Giuseppe Faedda;

Giuseppe Faedda nasce a Mlano nel 1969. In Sardegna dall’età di undici anni, ora vive a San Sperate. Dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Naturali e dopo numerose esperienze lavorative, attualmente è dipendente di un call centre. Il mare e la lettura sono le sue grandi passioni. Questa è la sua prima esperienza letteraria.

 

Tre Piccole Bottiglie Di Birra – Giuseppe Faedda

Titolo: Tre piccole bottiglie di birra
Autore: Giuseppe Faedda
Edito da: La Riflessione. Davide Zedda Editore
Prezzo: 16.00 €
Genere: Thriller
Pagine: 183 p.

Voto:

Tre Piccole Bottiglie Di Birra – Giuseppe Faedda

Trama: Una città.

Vite diverse, apparentemente senza niente in comune, ma unite in una spirale elicoidale che le fa convergere verso un crudele destino ed un inconsueto ispettore di Polizia, che cerca disperatamente di districarsi in questo tetro DNA.

“ Non le puoi sentire.
Non le puoi vedere.
Sono furbe.
Astute.
Si nascondono bene.
E attendono pazienti.
Ti aspettano al varco. 
Sono come neri rapaci.
Chiazze di tenebra in un cielo azzurro.
Macchie di sporco nell’anima tersa.
Sono le Ombre.
E sono lì.
Nella tua testa…”

 

Recensione:

“Tre piccole bottiglie di birra” è un romanzo di “Ombre“. Le vite dei protagonisti scorrono apparentemente senza alcun legame; in realtà non sono uniti solo da tragici eventi, ma anche dalla loro condizione interiore. Tutti, chi per un verso, chi per un altro, hanno “chiazze di tenebra in anime terse”. Nando Marcis, primo personaggio che incontriamo durante la lettura, è un padre single frustrato, costretto a lavorare per una società che odia. Tradito dalla moglie, si è occupato della sua unica ragione di vita: suo figlio Giuseppe, grazie all’aiuto di un’anziana vicina di casa. L’abbandono della moglie, la frustrazione accumulata nel corso degli anni, la morte della vicina, hanno inevitabilmente corroso la sua anima, portandolo a provare un necessario senso di rivalsa verso il prossimo. A seguito di ripetuti atti vandalici perpetuati ai danni della sua macchina, seconda ragione di vita dell’uomo, Nando deciderà di compiere un gesto che porterà alla sua rovina. Come nell’uomo, anche nella mente di Maria, sua moglie, sono presenti le “Ombre”, che l’hanno spinta a tradire ripetutamente il marito e che hanno segnato inevitabilmente il suo destino. Vi è poi Silvio Cabras, l’Esteta. Serial Killer per caso, Silvio è il personaggio intorno al quale gravitano inconsapevolmente tutti i personaggi, l’ombra delle ombre. Nessuno di coloro che entra in contatto con lui conosce la sua “vera” identità, ma il suo personaggio, direttamente o indirettamente, agisce su tutti i protagonisti, innescando un meccanismo a catena che si ritorcerà contro lui stesso.  Una figura che si oppone ideologicamente al signor Cabras, è il commissario Grigus, incaricato di arrestare il serial killer. Sebbene Grigus si contrapponga all’Esteta, in realtà anche la sua anima è ricca di ombre, pur se non appartenenti a quelle del genere perverso di Silvio. Infatti, il commissario afferma di aver visto troppo male per esserne immune, per avere una visione incantata della vita. Se da una parte non vede l’ora di acciuffare l’assassino, dall’altra è consapevole della difficoltà del compito, e sfoga la sua frustrazione e rabbia repressa abusando del suo potere di poliziotto.

Il romanzo è diviso in tre parti in cui si alternano momenti cardine della vita dei vari personaggi e pagine informative sui veleni tratte da Wikipedia, forse troppo numerose, che spingono il lettore a prevedere in, un certo senso, la fine. Chi legge il romanzo si sente inevitabilmente partecipe al racconto, in una posizione privilegiata che gli permette di intuire lo svolgimento degli eventi prima che accadano. Il messaggio che pare trasmettere sembra, infatti, l’inevitabilità del destino: sia quando i personaggi pianificano la loro vita sia quando si lasciano trasportare dagli eventi, nulla va per il verso giusto. Le situazioni prendono la loro piega fregandosene dell’agire umano. Questa caratteristica del romanzo non è necessariamente positiva: può esserlo, ma allo stesso tempo può dar fastidio ad un lettore che voglia essere sorpreso costantemente. In “Tre piccole bottiglie di birra”, invece, lo spaesamento del lettore è solo iniziale: i personaggi vengono presentati separatamente e solo dopo si capisce quale legame li unisce ma, escluso il momento iniziale, non è difficile intuire lo svolgimento degli eventi.

L’autore spicca per la sua capacità di descrivere le situazioni e il mondo interiore dei personaggi: lo stile di scrittura si adatta a seconda dei protagonisti. Entrare nella testa di Silvio non deve essere stato facile, ma Faedda sembra esserci riuscito con molta naturalezza: la perversione è tangibile in tutto il romanzo, sembra quasi essere un personaggio materiale lei stessa.

“Tre piccole bottiglie di birra” rimanda ai romanzi di Chuck Palahniuk, per stile e temi affrontati. Non è un capolavoro ma, come primo esperimento letterario dell’autore, non è male e sono convinta che da Giuseppe Faedda, in futuro, potrei aspettarmi di più.

 

Booktrailer


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :