Magazine Diario personale

Tre settimane, cinque capitoli

Creato il 29 marzo 2013 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Sì, non è accettabile che un blog si rinchiuda nel silenzio, ma io sono sempre stata del parere che se non si ha nulla da dire, da raccontare, da commentare, è meglio starsene zitti ad ascoltare, a godere del silenzio che, molto spesso, ci può guidare verso una particolare ispirazione o riflessione. In ogni caso queste settimane sono state un mix tra inerzia e frenesia, una serie di eventi fortuiti o meno che sin sono incastrati tra loro, concentrandosi in poco più di quindici giorni. E così, a conti fatti, la realtà è che queste tre settimane si potrebbero riassumere in cinque capitoli.
Il corsoPerchè ricordate il famoso detto “Non si smette mai di imparare?”: ecco, mi sento di interpretare cronicamente questo motto che sì, è vero, e sì, è bello apprendere, ma ogni tanto mi piacerebbe mettere in pratica tutto ciò che apprendo. Beh, in poche parole ho cominciato a frequentare un corso che va ad alternarsi ad uno stage retribuito, dandomi così la possibilità di maturare dell'esperienza pratica a tecnica sulle conoscenze acquisite durante il corso. Il fatto è che molte nozioni facevano parte del mio bagaglio, perchè ai tempi delle mele io, 'ste cose, le avevo già studiate. Certo è che il mondo del lavoro non è così fiorente e quindi, per evitare di stare a casa a realizzare cappi con le mie pashmine, ho deciso di attivarmi, di farmi selezionare a questo corso, e di effettuare quest'esperienza. Minimamente retribuita, ma tutto fa brodo.
Il colloquioQuello che aspettavo da mesi. Quello che ormai “ci rinuncio”. Quello che quando sono stata chiamata mi si è stampato un sorriso da ebete in faccia. E in realtà è quello che Mercoledì si comincia. Insomma è andata, ho ottenuto il lavoro che stavo cercando, quello che mi permette di conciliare un percorso professionale, cominciato ai tempi delle superiori, al mio percorso personale, quello inaugurato un po' di mesi fa con la testata giornalistica. Insomma, adesso è arrivato il mio momento, o così spero. E so già che domenica sera sarò lì, a crogiolarmi tra le lenzuola con l'ansia da prestazione, ma ehi, se non fosse così significherebbe che non me ne importa un emerito di questa opportunità.
L'articoloEbbene, non so se si era evinto dagli ultimi pezzi, ma alla fine della fiera la sottoscritta, negli ultimi mesi, ha cominciato a collaborare con una testata giornalistica abbastanza nota. Ho quindi iniziato il mio lungo percorso verso l'albo dei pubblicisti: con tutte le difficoltà del caso e il confronto con la dura realtà del giornalista freelance, sono arrivata ad un'unica conclusione. Fantastico. Perchè sì, magarinon mi arrichirò, ma la sola soddisfazione di pubblicare un mio articolo, di contribuire all'informazione del cittadino per me è sufficiente. Se poi ci aggiungi che con la paga riesco a offrire l'aperitivo a quelli che tedio con le mie idee, il gioco vale davvero la candela. In ogni caso, da quando ho cominciato la mia collaborazione ho sempre scritto pezzi inerenti alla realtà regionale; ebbene, in queste due settimane è finalmente in via di pubblicazione il mio primo articolo a carattere nazionale, oltrepassando così i confini dell'Fvg.
La felicitàCome ho già detto qui, credo che la felicità assoluta non esista, in quanto penso che siamo destinati a desiderare sempre qualcos'altro. Ma sono convinta che ci siano alcuni attimi in cui ci si sente in pace, anche solo per pochi minuti. Si tratta di quei momenti in cui tutte le tue preoccupazioni si offuscano e lasciano spazio alle tue piccole, minuscole vittorie. Ci sono ancora molte cose che voglio fare, posti da vedere e esperienze da vivere. Ho ancora numerosi obiettivi da raggiungere, ma per un attimo ho davvero sfiorato quella felicità assoluta, ed è stato un gran bel momento.
L'aperitivoBeh, l'aperitivo è una prassi. Se poi ci metti che qui siamo al nordest, patria indiscussa dello spritz aperol, i giochi sono fatti. Insomma, voglio dire, dopo tutte queste vicissitudini era naturale che riempissi il calice e brindassi a questa mia nuova svolta. Si tratta di una degna conclusione che, per assurdo, inaugura un nuovo inizio.

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