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Tre spunti di riflessione, oggi, tra le decine che compaiono ogni giorno sui siti web e spulciando le agenzie di stampa:
-il primo ha una matrice storica: dall’Unificazione ad oggi, oltre 27 milioni di italiani sono emigrati. Solo 10 milioni sono tornati, con un saldo negativo netto di quasi 18 milioni di cittadini. A calcolarlo il primo Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni. Il Veneto è la regione con il maggior numero di emigrati nella storia (oltre 3,2 milioni), e con il saldo migratorio peggiore. Dal Nord della Penisola è partito il 44% degli emigrati, cinque punti in più rispetto al Sud. Corsi e ricorsi della storia: quanto assomigliano queste cifre, fatte le debite proporzioni… ai flussi odierni, quelli della nuova emigrazione professionale? E quanto l’Italia si è dimostrata matrigna, nella storia, verso i suoi figli?
-altro, clamoroso, paradosso: secondo l’Istat, oltre il 20% dei lavoratori nei call center è laureato. Si tratta per lo più di giovani, ricordiamolo. Viviamo in uno dei Paesi con una delle più imbarazzanti percentuali di titoli di studio all’interno della classe dirigente politica, economica e culturale… e scopriamo che i nostri laureati lavorano nei call center??? …e stiamo ancora a chiederci perché siamo entrati in una fase di declino?
-per chiudere, secondo la ricerca di Omd, il 58% di genitori di under 24 vedono il lavoro per i propri figli all’estero… sull’Italia ormai hanno quasi perso le speranze. Il 53% di questi genitori (in quanti stanno pensando essi stessi di levare le tende?) pensa che il figlio avrà difficoltà a trovare e mantenere il lavoro, il 50% pensa che l’acquisto di una casa sia -nei fatti- “mission impossible”.
Unite i tre dati… e comparirà la soluzione del puzzle. Purtroppo, abbastanza inquietante.
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