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Tre Volte All’Alba – Alessandro Baricco

Creato il 03 maggio 2012 da Ferdori

Tre Volte All’Alba – Alessandro BariccoLa lettura di quest’ultimo libro di Alessandro Baricco mi ha lasciato sensazioni contrastanti.

Tre volte all’alba è un piccolo libretto contenente tre racconti, a detta dell’autore una sorta di spin-off del romanzo Mr.Gwyn da me già letto e commentato.

Indipendentemente dal fatto che i collegamenti con l’opera precedente siano più o meno esistenti ( lo stesso Baricco nella prefazione dice che questo volume può essere letto anche come opera a sé ), c’è da sottolineare come la formula sia un po’ ambigua, se così si può dire.

Mi spiego: i racconti sono interessanti, portano dentro la sensazione di un qualcosa di più grande che inevitabilmente deciderà del destino dei protagonisti, nel senso che anche quando le situazioni sembrano andare verso soluzioni positive, c’è sempre la sensazione che poi quel positivo ci sia ma non fino in fondo.

Sono tre storie che finiscono all’alba, vale a dire che hanno il loro decorso durante la notte e ciò contribuisce ad alimentare quell’atmosfera un po’ cupa tipica delle situazioni complicate.

Una buona lettura quindi.

Occorre tuttavia non fermarsi qui e cercare di ampliare il discorso al contesto che ha portato alla pubblicazione di questo libro.

In primo luogo mi viene da pensare che un autore come Alessandro Baricco di storie del genere possa averne scritte a decine.

In secondo luogo direi che pur essendo tre belle storie raccontate con il suo stile a tratti inconfondibile, non mi sembrano degne di una pubblicazione indipendente.

All’interno di una raccolta di racconti potrebbero certamente avere un ruolo di primo piano, ma secondo il mio personalissimo parere non arrivano a meritare un libretto tutto per loro.

Continua pertanto la sensazione ( personalissima anche questa ) che il buon Baricco stia un pochettino giocando con i suoi lettori facendo della supercazzola, già citata in un mio commento precedente,  una caratteristica di marketing.

La dico in maniera più esplicita:

quando l’autore dice che questo libro è nato perchè ispirato da un passaggio di Mr.Gwyn e nello stesso momento dice anche che però non è poi così legato a quella storia tanto che si può leggere come libro a parte, dice una cosa giustissima e condivisibile.

Però mi chiedo se questo librettino di meno di 100 pagine con dentro questi tre racconti belli sì, ma non fantastici, avrebbe avuto la forza per splendere di luce propria.

Lo so, i veri appassionati di Baricco probabilmente una domanda del genere neppure se la pongono e forse nemmeno i suoi detrattori.

A me semplicemente viene questo dubbio:

che sia meglio inventarsi un collegamento con un libro tutto sommato di successo, un collegamento anche labile o solo di facciata tanto da essere smentito dall’autore stesso già nella prefazione, piuttosto che pubblicare una mini raccolta di tre racconti e lasciarla al suo destino in mezzo a tanti libri della concorrenza?

Teniamo sempre presente che quando una qualsiasi persona dice di sentirsi in dovere di fare qualcosa per gli altri e poi quel qualcosa gli procura un ritorno in denaro o in altra maniera, beh…a me quel “sentirsi in dovere di fare qualcosa per” suona strano.

Con questo non voglio assolutamente dire che Baricco prende in giro i suoi lettori, piuttosto mi sembra sempre più evidente che quella famosa “supercazzola” di cui parlavo, ormai faccia parte del personaggio in modo anche simpatico se vogliamo.

Dopo tutto nessuno è obbligato a comprare nulla e quindi per me è tutto a posto.

Dico solo che fare passare questi tre racconti come spin-off di Mr.Gwyn è stata una bella strategia di marketing.

Proprio piccola forma di supercazzola che nulla toglie alla sostanza dello scritto.

Diciamo allora che il buon Baricco ogni tanto, oltre che scrivere, la racconta pure.

Tempo di lettura: 1h 07m


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