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Tredici ore al Pronto soccorso: Angelo Napoli protesta

Creato il 14 settembre 2013 da Comunalimenfi
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Angelo Napoli, di Menfi, è entrato al pronto soccorso dell’ospedale di Sciacca alle 10.49. E’ uscito con la diagnosi a mezzanotte e venticinque minuti. 13 ore e mezza , tra attesa, visite , accertamenti e la dignosi.

Fortunatamente nulla di grave, ma a distanza di alcuni giorni ha voluto rendere nota la sua esperienza ritenendo che non siano assolutamente tempi adeguati ad una struttura che deve gestire le emergenze di un vasto territorio e che non sia giusto, anche da parte dell’utenza, lasciar passare, ma anzi vanno accesi i riflettori e chiesto alle amministrazioni competenti di salvaguardare realmente il diritto alla salute .

Mi sono reso conto subito, scrive Angelo Napoli in un documento trasmesso al Tribunale per i diritti del Malato, che avrei dovuto aspettare tanto, per la presenza di molti altri pazienti che erano arrivati prima e la cui esasperazione era già evidente.

Per farla breve, il menfitano evidenzia di essere stato finalmente visitato dopo 4 ore e di avere ultimato gli accertamenti a mezzanotte, ma precisa subito di non attribuire alcuna responsabilità al personale in servizio.

Ho capito, durante la prima visita, che la situazione caotica era legata al fatto che vi era un solo medico addetto al primo intervento, il quale, evidentemente faceva quello che umanamente è possibile fare, eccetto i miracoli. E qui emerge la vera questione, quella del personale medico e infermieristico in servizio al pronto soccorso. Non è concepibile, sostiene Angelo Napoli che un presidio come quello di Sciacca, che abbraccia un bacino territoriale molto vasto, sia sorretto praticamente da un solo medico. Quello che ho visto e vissuto, ha concluso, non è un pronto soccorso, ma un soccorso a tempo.

Fonte: rmk.it


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