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Tremonti, il pentito di “Casa nostra”

Creato il 29 luglio 2011 da Albertocapece

Tremonti, il pentito di “Casa nostra”Il più onesto ha la rogna. Il che non è un problema per un partito degli onesti che ha come segretario l’onestissimo Alfano: tanto si è onesti fino alla Cassazione e quindi con il processo lungo, fino alla morte. Si sono onesti da morire. E così dopo aver assistito alle dimissioni di Scajola da inconsapevole proprietario, oggi abbiamo le dimissioni di Tremonti da consapevole inquilino di un appartamento da 8500 euro al mese .  Che pagava il suo collaboratore Milanese, al quale evidentemente non falta el dinero.

Ma Tremonti per giustificare questa “stupidata” come l’ha definita Bossi che di stupidate se ne intende, ha fatto uscire dal vaso chiuso del berlusconismo il fango più mefitico: si è deciso ad andare in un appartamento perché nel quartierino allestito nella caserma della Guardia di Finanza non si sentiva sicuro. Non ho alcun dubbio su questo: ma la ragione dell’inquietudine tremontiana era che si sentiva spiato e pedinato perché nella Gdf era esplosa come una guerra per bande ognuna con un suo referente politico. E a quanto pare il ministro dell’economia temeva in particolare quella affiliata a Berlusconi.

Ora è impossibile pensare che Tremonti sia Brunetta o Scajola e abbia trovato queste esplosive giustificazioni tanto per dire qualcosa: è invece un messaggio diretto all’intero sistema di corruzione di Silvio, un pizzino inviato per far sapere che se lo vogliono far fuori può tirare giù l’intero panteon del berlusconismo.

Naturalmente questo non giustifica Tremonti, non giustifica un sistema: se uno vuole togliersi da una situazione scomoda può scegliere tranquillamente un’altra soluzione e pagarla da sé, senza  rivolgersi a collaboratori che i soldi li fanno spuntare misteriosamente come champignon sul terrazzo di casa. E in definitiva le spiegazioni del ministro, contenute in una lettera al Corsera  non spiegano proprio niente e forse nemmeno sono state scritte per quello:  ormai, in mano a tanti onesti non è più necessario discolparsi più del necessario per questo: il massacro dell’erario da parte di bande e cricche di ogni genere sono soltanto “stupidate”. Il colpo in canna del ministro è invece la minaccia di scoperchiare la cupola del potere ormai poco differente da altre cupole.

Con i finanzieri intenti ad ammanettare se stessi mentre spifferano segreti all’orecchio dei potenti e questi ultimi intenti a qualcosa di indigeribile per loro: fingere di fare gli onesti.


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