“se c’è una fuga di cervelli, vuol dire anche che c’è una fabbrica di cervelli”
Un po’ come dire che se la moglie ti lascia non ti lamentare, significa che avevi una moglie o qualcosa del genere visto che sono coglione non capisco sempre bene i loro messaggi…
Questo tuttavia uno dei passaggi con i quali il Giuletto nazionale, durante un incontro ieri all’università di Pavia, ha deliziato la sua platea e… mandato per traverso il mio caffè di stamane ma questa è un’altra storia.
Vabbè mi direte, si sa, in campagna elettorale così come in guerra e amore un po’ tutto è permesso.
Lo so, sono un inguaribile illuso e non so perché ma continuo sempre a sperare di leggere o sentire da chi (in teoria) ci governa (o dovrebbe) qualcosa di minimamente intelligente e sensato, ma più passa il tempo più mi rendo conto che la speranza è vana, molto vana.
Ma veniamo al punto.
Per la serie “hanno la faccia come il culo” (1 e 2) Tremonti ieri ha parlato di università, del futuro dei giovani e dell’importanza degli investimenti (lui che tagliando tutto ha tagliato pure l’afflusso di ossigeno al cervello della Gelmini che ormai spara cazzate a 361°) delegando gli stessi alle imprese (che ultimamente come si sa godono di ottima salute economica).
Perché forse non tutti lo sanno ma gli atenei italiani in fatto di patrimonio immobiliare sembra non siano messi per niente male tant’è che nemmeno loro sono a completa conoscenza dei beni in loro possesso. Insomma un po’ come Scajola per intenderci..
Se diamo credito ad un recente studio infatti pare gli atenei siano proprietari di 14,5 mln di metri quadrati (circa una città come Bologna, spero ‘amministrati’ un po’ meglio ma ne dubito) per un valore di mercato stimato in 34,4 mld euro. E proprio da questi dati nasce l’idea del ministro, che propone una graduale dismissione dello stesso che potrebbe dare ossigeno alle casse delle stesse Università. “Non puoi vendere tutto di colpo, ma è evidente che qualcosa non funziona” la conclusione del ministro. E su questo impossibile dargli torto…
Ma, scusi la domanda sig. ministro: se gli immobili vengono venduti presumibilmente altri saranno acquistati e/o presi in affitto ed allora… dov’è il risparmio??
Niente, non resta che fidarsi di un’indagine sulle università commissionata a società Scenari immobiliari e Fabrica (non è un errore, si chiama così ndr) immobiliare