“Il treno X con destinazione Y arriverà con TOT minuti di ritardo. Trenitalia si scusa per il disagio“. Quante volte vi sarà capitato di sentire questa frase? Qui in Sicilia, dove i treni moderni si contano sulle dita di una mano, questo refrain è la norma, tant’è che molto spesso, quando si deve percorrere una tratta, è sempre concesso un famigerato bonus-ritardo per chi viene a prenderti alla stazione. Le problematiche sono molteplici: infrastrutture obsolete, treni fatiscenti, stazioni malandate. Le colpe di questi innumerevoli disagi sono certamente legate molte più agli ingranaggi malfunzionanti della politica e della burocrazia, quindi è difficile mettere Trenitalia sul banco degli imputati. Eppure alcune volte accade il contrario, ovvero quando l’azienda (a totale partecipazione statale, va ricordato) smette i panni di società a servizio del pubblico per mettere in primo piano le proprie beghe personali.
Ed è quello che accaduto la mattina del 26 settembre nel treno locale 8810 in partenza da Palermo Centrale alle 10.14 con destinazione Termini Imerese. L’orario non è propriamente di punta, ma il treno è comunque affollato perché questa tratta è una delle poche nella zona che ferma in tutte le stazioni dei piccoli paesi delle vicinanze, fra cui Ficarazzi, Casteldaccia e Santa Flavia. La partenza è in perfetta orario e tutto sembra procedere nel migliore dei modi sino a quando, verso le 10.25, ci si ferma alla stazione di Ficarazzi. É il momento per il controllore di svolgere le sue funzioni e chiedere ai passeggeri di esibire il loro biglietto. Una coppia, che afferma di dover andare a Termini Imerese è sprovvista di regolare tagliando. Il controllore chiede loro di esibire i documenti per poter redigere il verbale e i due non fanno la minima piega. Va ricordato, che, come ribabito innumerevoli volte dagli altoparlanti diffusi nel treno, alle stazioni e negli avvisi affissi nei vagoni, i trasgressori sono severamente puniti con il pagamento di un’ammenda e una notevole aggiunzione al costo del biglietto: nulla più.
Il funzionario di Trenitalia però, in questo caso, non vuole sentire ragioni: i due devono assolutamente scendere dal treno alla stazione di Ficarazzi. I due trasgressori, a loro volta, non hanno la minima intenzione di abbandonare la loro postazione, perché, pur ammettendo la loro colpa, ritengono che l’emissione della sanzione sia più che sufficiente e che non esistono ragioni che li spingano a scendere e a non raggiungere la destinazione prefissata. Il controllore chiama i carabinieri, i quali però possono farsi una sonora risata: la sanzione è amministrativa, è stata comminata e non c’è stata resistenza all’ufficiale, in quanto i due hanno esibito, come richiesto, i documenti per il verbale.
Uno sconcertante balletto che è andato avanti per ben 31 minuti, causando il ritardo del treno e di tutta la tratta per tutto il corso della giornata. Studenti che hanno perso le lezioni, pendolari costretti a giustificarsi con i datori di lavoro, professionisti che hanno dovuto rinunciare ai loro appuntamenti: chi li risarcirà?
Sarebbe gradito che il funzionario di Trenitalia possa dare le sue spiegazioni: purtroppo i tentativi di mettersi in contatto con la persona che ha causato il disagio non sono andati a segno. La sensazione, assai sgradevole, è che questo imperterrito servitore dello Stato, in questa occasione abbia decisamente perso il lume della ragione, commettendo un vero e proprio abuso di potere nei confronti di tutti quei passeggeri che giorno 26 settembre 2013 hanno dovuto percorrere quella tratta.
La certezza, altrettanto diffusa, è che in questo caso (augurandoci che non ce siano più altri) Trenitalia è responsabile del disagio arrecato agli utenti, delle cui scuse non sanno più che farsene.