Avevo scelto il treno per poter stare di più con lei. Eppure non parlavamo la stessa lingua. Tra l’altro il treno era notturno. So cosa si può pensare, ma l’avevo scelto perché potevo far credere a me stesso di averle dormito accanto. Separati solo dal corridoio interno dello scompartimento. Sapevo che i suoi occhi erano di un azzurro che non riuscirei a descrivere qui. Anche quando dormiva ed erano chiusi, erano belli. Li immaginavo roteare per rincorrere i suoi sogni più nascosti. E speravo di esserci anche io. Che intanto stavo con gli occhi semi aperti. E se si fosse svegliata e mi avesse visto, le avrei spiegato tutto questo. Con un bacio, perché avrebbe capito. Ma quando aprì gli occhi veramente, rimasi immobile. Lei mi guardava con aria assonnata e interrogativa. Ma io non fui capace di avvicinare le mie labbra e rispondere alle sue domande. Mi voltai verso il muro e continuai a perdere i miei sogni per poter sperare di essere nei suoi.
Playlist aggiornata, buon ascolto ;)