La nostra casa è piuttosto
piccola. Pochi metri quadri mal distribuiti, rendono gli spazi molto ridotti.
In tre ci stiamo piuttosto strettini, in quattro ci staremo decisamente scomodi
e in più di quattro, direi che è pressoché impossibile.
“Mamma
Guarda chi è arrivato?”
“Chi
amore?”
“C’è
Trghiybgfkuc”
“Ma
dove?”
“Lì
sulle scale, vicino a te!!!”.
L’istinto sciocco mi fa spostare.
“Mamma
guarda Trghiybgfkuc, si è messo seduto qui!”
Ed io, come un baccalà, mi fisso
a rimirar la sedia vuota.
E’ un po’ di tempo che va avanti
questa storia e che un essere improbabile e, sembrerebbe dalla descrizione,
anche piuttosto bruttino, si aggira indisturbato nei pochi metri quadri a
disposizione.
Confesso che non ho più il
coraggio di farmi una doccia serenamente e che, quando mi sveglio in piena
notte, oramai accendo tutte le luci: così per precauzione.
La cosa ha un che di mistico ma
complica anche la vita quotidiana, quando Cestino pronto per mangiare, mi
chiede di preparare la cena anche per l’altro…il suo amico immaginario, oramai da giorni accasato qui o quando, seduti sul divano, dobbiamo
stringerci un po’ per far spazio anche a lui, che vuol vedere insieme i cartoni
animati.
Ieri sera poi l’ennesimo colpo di
scena e l’ennesima “visione”. In preda ad un raptus incontrollabile di coccole pre
nanna sul lettone, Cestino si blocca, guarda il soffitto e dice: “Mamma guarda c’è una stella lassù!!!”.
Intenta a rimirare il soffitto di
travi di legno, cerco di immedesimarmi in questa fantasia prorompente che è
esplosa da un po’, mentre lui, per farmi addormentare, mi racconta la favola di Pinocchio cambiando
personaggi e finale.
“Mamma
questa è la favola di Pinocchio nuova”.
Dire che sono stupita non rende l’idea
ma assecondarlo mi sembra essere l’unica via possibile e giusta.
Chi sono io per decidere che sul soffitto
non ci sono le stelle, e che Pinocchio non è andato a scuola, perché dopo aver
mangiato la mela “mmelenata” e si addormentato dentro la balena?
Mamma Piky è grande oramai, per
certi versi “vecchia” e questi slanci forse non le appartengono più. La sua
fantasia si è spenta, a scapito di una realtà che non sempre merita, e a vivere
tra le nuvole non sa più come si fa. I colori dei suoi pensieri sono sempre più
“normali” e le tonalità accese hanno lasciato il posto alle vie di mezzo.
Concretezza, praticità e organizzazione i suoi motti.
Vicino a se, c’è lui, che di
slanci ne ha fin troppo, la fantasia è pane quotidiano e della realtà spesso se
ne sbatte. Non vive tra le nuvole ma le nuvole vivono con lui, e mentre il
nero, il grigio e il marrone, sono finiti non so dove, lui gira con pennarelli
color arcobaleno tentando anche di far danni. Non è concreto, nepratico e figuriamoci
organizzato. E’ un piccolo elfo che si aggira per casa, tenendo per mano Trghiybgfkuc,
lasciando me intenta a guardare preoccupata dietro ogni porta.