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Triathlon Città di Piacenza 22 maggio 2011: resoconto

Creato il 23 maggio 2011 da Marco Caggiati

Con l’arrivo della primavera è arrivata, come di consueto, anche la “stagione del Triathlon“, sport che pratico abitualmente per mantenermi in buona forma fisica. Ieri ho partecipato, come mia prima gara stagionale, al 12° Triathlon Città di Piacenza. La gara si è disputata su distanza Sprint (750 metri a nuoto, 20 km in bicicletta e 5 km di corsa).

Mi sono presentato al via non proprio in buone condizioni atletiche in quanto il poco tempo a disposizione per allenarmi, dovuto al troppo lavoro, non mi hanno prermesso di allenarmi al meglio. Da gennaio a ieri sono riuscito a fare allenamenti di corsa per un totale di 136 km, 420 km in bicicletta e 8 allenamenti in vasca…….. (si capisce qual’è lo sport che mi piace di meno dei tre……..

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Forte di un’esperienza decennale mi sono iscritto ugualmente sapendo che, bene o male, sarei arrivato al traguardo. La giornata è stata calda fin dalle prime ore del mattino, al momento del “via” il termometro segnava 31° ai quali nessuno era abituato…  In compenso la temperatura dell’acqua ne ha beneficiato scongiurando l’utilizzo della muta.

Come ogni anno ho anche rinnovato la sfida con il mio amico, collega e acerrimo avversario Davide Boni che si sta allenando come un pazzo per partecipare alla gara di Pescara su distanza 70.3 prevista per il prossimo 12 giugno 2011. Onore al merito in quanto arrivare in condizione atletica adeguata per correre un mezzo iron man ai primi di Giugno per me sarebbe proibitivo…….. Significa farsi centinaia di Km sui rulli o sulla bici da Spinning per prepararsi ai 90km di gara previsti oltre a macinare centinaia di km a piedi per riuscire a correre tutti i 21 km della frazione podistica.

Con la marcata sensazione di partire già sconfitto mi appresto alla partenza con lo spirito di dare ugualmente il meglio di me (purtroppo non riesco proprio a trattenermi…

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).

Purtroppo per pochi numeri di differenza io e Davide veniamo divisi in due batterie differenti, lui nella 4^ e io nella 5^ ed ultima….., il che significa non potersi guardare in “cagnesco”  durante la gara…..

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. Inoltre partire nell’ultima batteria comporta aspettare più di un’ora per partire rispetto alla prima…..

Non tutto il “male” vien per nuocere in quanto assistendo alla gara degli altri ho potuto scambiare quatto chiacchere con l’amico e lettore assiduo del blog Michele Bonati che ho conosciuto “di persona” qualche ora prima in zona cambio. Michele è alla sua prima stagione nel Triathlon ed è pieno di sano entusiasmo! Bravo continua così!

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Inoltre durante l’attesa ho potuto anche vedere una di quelle “scene” che mi emozionano sempre tanto e mi danno una “carica motivazionale” che mi dura per qualche anno!! Osservando alcuni atleti che uscivano dal bordo vasca alla fine della loro frazione natatoria ho visto un ragazzo al quale mancava, purtroppo, una mano che con ovvia difficoltà provava ad uscire dalla piscina. Subito è  partito da parte mia e da tutti gli altri spettatori un’applauso spontaneo condito da urla d’incitamento.

Ho pensato a quanto deve essere difficile nuotare solo con una mano, dover stabilizzare il corpo in maniera differente ad ogni bracciata… e poi ho pensato alla bici, alla difficoltà nel pedalare in piedi, cambiare rapporto, bere mentre vai a 40 km/h ecc… Mi si sono inumiditi gli occhi per la felicità nel vedere che ci sono ancora persone che vanno oltre alle difficoltà, che riescono a “fare”, a “mettersi in gioco”, a prescindere da ciò che la vita gli ha dato….. Allo stesso tempo mi è venuta  tanta rabbia nel pensare a coloro che, invece, passano la vita a lamentarsi, a recitare tanti “se e ma”, alla ricerca di infinite scuse per “non fare”, come se la loro vita fosse un film da guardare come spettatori e non da recitatare come attori protagonisti!!!

Con questo non voglio dire che chiunque dovrebbe buttarsi nella pratica del Triathlon o di altri sport…., ritengo però che tutti abbiamo il dovere morale nei confronti della vita di ripagare il dono dell’esistenza, impegnandoci, profondendo energie ed entusiasmo in qualcosa…, qualsiasi essa sia, lavoro, sport, religione, politica ecc, con coerenza, etica e passione, quella genuina e sincera.

Purtroppo non conosco la sua identità ma spero di incontrarlo di nuovo a qualche gara e fargli i miei più sinceri complimenti!!!

Dopo aver provato tali emozioni avevo la certezza che l’imminente gara sarebbe stata in ogni caso una passeggiata………

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Quindi allo “sparo” del giudice di gara parto come un razzo con l’intento di dare il meglio. Mi metto in seconda posizione per sfruttare la scia di un ragazzo che aveva dichiarato alla partenza un tempo minore del mio, quindi sapevo che avrei potuto sfruttare la sua scia. Così ho fatto e gli sono stato dietro per circa 150m, poi si è gradualmente allontanato (la mancanza di allenamento nel nuoto si è fatta sentire…

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) al tempo stesso sento che uno da dietro mi “ravana” nei piedi per farmi capire la sua presenza, allora rallento un attimo e mi accodo dietro a lui.  Purtroppo appena mi ha sorpassato (non usufruendo più della mia scia) ha perso velocemente “entusiasmo” e ha iniziato a farmi da “tappo”, dopo due vasche mi accorgo che il ritmo da lui imposto è più lento rispetto alle mie potenzialità e quindi accellero bruscamente, lo supero e me lo lascio dietro. Purtroppo questo mi costerà qualche prezioso secondo.

Alla fine esco dall’acqua in 14 minuti e 13 secondi (avevo preventivato un 13 e 50….). Va bene ugualmente.., mi aggrappo al bordo vasca come una piovra e mi riverso al suolo come una nutria……

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, mi alzo in piedi e trotterello verso la zona cambio. Prendo la bici al volo e supero due concorrenti in zona cambio, salgo “alla bersagliera” e mi immetto nel percorso ciclistico che prevede due giri da poco meno di 20 km su un tratto chiuso al traffico della tangenziale di Piacenza.

Il percorso è quindi pianeggiante e consono alle mie “doti” di passista, so perfettamente che la mia gara si giocherà soprattutto in questa frazione, quindi tengo subito gli occhi aperti. Vedo un concorrente davanti a me di una ventina di metri e mi lancio subito al suo inseguimento con il “cuore in gola” e le “gambe di legno”. Appena raggiunto lo incito a collaborare per andare a prendere un’altro gruppetto che ci precede. Nel giro di 5 km da due passiamo a circa 8 concorrenti e riusciamo a proseguire con una discreta collaborazione ed ad organizzarci in una produttiva “doppia fila” che si traduce in una chiusura della frazione ciclistica ad una media superiore ai 40 km/h (molto bene!!).

Arriviamo in gruppo in zona cambio per l’ultima frazione di corsa davanti a tutto il “mio gruppo”…. L’entusiasmo si dissipa velocemente perchè dopo 500 metri di corsa sento  il diaframma che si indurisce e diventa dolorante impedendo uan corretta escursione della gabbia toracica…. Purtroppo so già di cosa si tratta ed è frutto della frazione ciclistica “tirata” che mi obbliga ad una ventilazione frequente in una posizione del torace costretta, alla quale, ad inizio stagione, non sono assolutamente abituato……  Provo a resistere ma so che “non c’è niente da fare”…, l’unico modo per far passare il dolore è rallentare e far sì che il diaframma si rilassi.. Rallento fino a camminare.., poi mi fermo, faccio un po’ di stretching specifico per il diaframma.., tiro qualche accidente….

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e poi riparto al “passo del pidocchio”……
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. Nel frattempo tutto il “gruppetto” mi passa e se ne va (al traguardo accumulerò 1′:30″ di distacco…). Ricomincio a correre e vado in progressione accellerando metro dopo metro con ottime sensazioni alle gambe…, senza il problema al diaframma sarei riuscito tranquillamente a chiudere la gara ad una media di 4′:15″ al km (per me ottimo tempo).

Dell’incoveniente al diaframma mi importa veramente poco in quanto a 100m dal traguardo mi aspetta tutta la mia famiglia, mia moglie Enrica e le mie figlie Asia di 1 anno e Giada di 3 anni e mezzo che è pronta a correre con me fino al traguardo (era “in smania” da due giorni……). La faccio entrare nel percorso e lei corre come un fulmine appena qualche decina di centimentri davanti a me e mi guarda con la coda dell’occhio per vedere se riesco a superarla mentre io la incito a correre più forte urlandogli “corri veloce patata corriiiii!!”. Lei non si lascia distrarre e taglia il traguardo per prima felice come “una pasqua” perchè “ha battuto il suo papà”!!!

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Come direbbe Valentino Rossi ho provato un grande “Gusto” in quegli ultimi 100 metri!!! La ragazza ha l’agonismo nel sangue………, il che non mi disturba……
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. Bene…., penso che diventerà un “must” al quale non potrò più rinunciare…..

Alla fine taglio il traguardo in 1 ora, 7 minuti,  50 secondi e molto felice!!!

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Ciao a tutti e buon Triathlon!!!

Se vuoi lasciare un commento…., non esitare, ti risponderò volentieri!!!!

:-)

P.S.: alla fine ho anche battuto Davide……….

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