Dal 24 Novembre al 6 Marzo, con la mostra “Il nuovo vocabolario della moda italiana”, saranno protagonisti a La Triennale di Milano stilisti, marchi ed artisti che, negli ultimi vent’anni, sono stati capaci di rileggere in una chiave nuova e originale i codici creativi e il DNA culturale del nostro Paese
L’esposizione che si appresta a sbarcare nella città meneghina si propone proprio di celebrare l’Italia della moda contemporanea. Dedicata al grande Elio Fiorucci, la mostra è curata da Paola Bertola e Vittorio Linfantea:«Se da una parte il “fatto in Italia” è riconosciuto nel mondo come eccellenza, dall’altra è tipicamente rappresentato da marchi e stilisti affermatisi sino agli anni Novanta, negando in un certo senso la sua capacità di rigenerazione. Eppure, confermando la storica attitudine all’auto-organizzazione italiana, una nuova generazione sta scrivendo da tempo un linguaggio riconfigurato della moda nostrana. Questo grazie alla valorizzazione di risorse accessibili in Italia e scomparse altrove: l’attitudine progettuale diffusa, i patrimoni di cultura materiale, le piccole reti di laboratori, le manifatture periferiche».
Oltre cento le realtà – tra le più importanti del panorama contemporaneo – che partecipano alla mostra. E tra i giovani talenti selezionati, anche la jewelry designer Giuliana Mancinelli Bonafaccia, lo stilista Marco Grisolia e il brand di Massimo Noli e Nicola Frau, Quattromani, che con i propri prodotti e progetti contribuiranno a sintetizzare, illustrare e definire le caratteristiche fondanti dell’attuale “Made in Italy”, ancora oggi in fase di scrittura e di evoluzione.
Composta da Lemmi e articolata in tre macro sezioni – vocabolario, narrazioni e biografie – l’esposizione accompagna per mano i visitatori in un viaggio alla riscoperta del Made in Italy. Un viaggio che parte dal 1998, anno zero del nuovo modo di far moda perché ha segnato il passaggio al mondo del web e ai metodi di comunicazione moderni. Concepito come spartiacque tra il “prima” e il “dopo”, tra gli anni che precedono la grande crisi economica globale del 2008 e il periodo di austerità economica successivo, viene posto l’accento su chi, dalla crisi, ha saputo trarre la spinta per una rinascita.
Mara Franzese