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Trieste Film Festival: “Scherzi da prete” (“Svećenikova djeca”) di Vinko Brešan

Creato il 18 febbraio 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Svecenikova djeca

Tra le diverse “sorprese di genere” (tanto per ricordare l’indovinatissimo nome della sezione) presentate quest’anno al Trieste Film Festival, ce n’è una che abbiamo apprezzato molto ma che ci ha sorpreso relativamente poco. Il motivo è presto detto: del regista cui si deve lo scoppiettante Scherzi da prete (Svećenikova djeca) conoscevamo già i trascorsi, orientati perlopiù verso commedie in grado di raccontare i cambiamenti avvenuti in Croazia, dopo la disgregazione dell’ex Yugoslavia, attraverso un umorismo dai tratti originali e graffianti.

In particolare con Marshal Tito’s Spirit (Marsal), che resta a nostro avviso il capolavoro di Vinko Brešan, era stato amore a prima vista: che fosse un sosia, un fantasma o chissà cosa, l’apparizione di un Tito redivivo gettava nello scompiglio una località vacanziera della costa dalmata, facendo riemergere tutte le fratture di un microcosmo diviso tra vecchi comunisti nostalgici, imprenditori rampanti, giovani in fuga dalle responsabilità, curiose figure di agenti in missione da Zagabria e quant’altro. Insieme alla capacità di “leggere” con acutezza le trasformazioni sociali in atto, si facevano apprezzare trovate di varo genere, ora esilaranti nella loro demenzialità e ora capaci di far riflettere, lasciando strascichi di velata malinconia. Un po’ la stessa ricetta sperimentata, forse con minore incisività, nel precedente How the War Started on My Island (Kako je poceo rat na mom otoku), quasi un primo tentativo di ripresentare come farsa bellica il dramma che investì sloveni e soprattutto croati, quando decisero di staccarsi dalla Yugoslavia creando due nuove entità statali.

Entrambi i film che abbiamo citato sono stati realizzati nella seconda metà degli anni ’90 e in Italia non sono mai stati distribuiti. Fa pertanto piacere che, a distanza di anni dalla scoperta dell’autore, si parli finalmente per il suo ultimo film di un’uscita anche nelle sale italiane. Il tema, del resto, è di quelli particolarmente attuali e accattivanti: lo squallore e le ipocrisie della chiesa cattolica di fronte alle scelte di natura sessuale, all’uso dei contraccettivi e al ruolo della famiglia. Va da sé che il tema può anche essere una bomba, ma quel che conta poi è lo svolgimento. Ebbene, pare proprio che in Scherzi da prete siano concentrati efficacemente la brillantezza, l’attenzione per i personaggi e quei toni surreali, necessari a Vinko Brešan per costruire l’ennesimo apologo votato a divertire il pubblico, disseminando al contempo spunti estremamente critici verso l’operato dei protagonisti.

Anti-eroe condizionato nelle sue azioni dalla figura del Papa e da precetti anacronistici, il giovane don Fabijan è un pretino (o cretino, a seconda dei punti di vista) assegnato alla piccola comunità di un’isola della Dalmazia (ambientazione tipica dei film di Vinko Brešan), dove da tempo non si celebrano nuove nascite ma solo funerali. Vedendo in ciò il segno di tempi privi di moralità, allorché lo scarso desiderio di formare nuove famiglie e la crescente libertà sessuale hanno trovato nei metodi contraccettivi un fedele alleato, quel sacerdote bigotto e per giunta pasticcione è convinto di aver avuto una grande idea: bucherellare i profilattici presenti nell’isola, dopo aver ottenuto per motivi diversi la complicità degli unici veditori autorizzati. Il piano dal loro punto di vista sembra funzionare. Ma in breve, tra siparietti irresistibilmente grotteschi e continui colpi di scena, l’operazione va incontro all’esito farsesco che meritava sin dall’inizio, rischiando anzi di produrre conseguenze drammatiche. Si ride tanto, ma col dente (giustamente) avvelenato nei confronti del Vaticano, in questo delizioso film croato che rischia senz’altro di diventare un cult.

Stefano Coccia   


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