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Trilogia “Black Friars” di Virginia de Winter [agg2°libro]

Creato il 02 settembre 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

Incredibile, ma vero! Finalmente sono riuscita a fare questa recensione, il che (con circa 15 persone a casa!) non è poco, credetemi. In estate si dovrebbe avere più tempo libero, no? Bugia. Grande e immensa bugia. Il tempo sembra non bastare mai e io, che dovrei anche studiare Diritto Penale per settembre, ho già le crisi d’ansia.

Tornando al romanzo in questione: preparatevi a una lunga e dettagliata recensione articolata, questa volta, in due parti. La parte per l’autrice e la parte rivolta alla casa editrice. Entrambi gli elementi hanno influito sul voto finale. Come ho sempre detto, le mie recensioni sono sempre dirette, senza troppi peli sulla lingua e assolutamente oggettive.

Iniziamo con spendere due parole sulla nostra Virginia de Winter o, per noi fanwriters, Savannah.

Virginia de Winter;

Nella mia vita ho contribuito a commettere vilipendio su cadaveri di lingue già abbondantemente defunte come il greco e il latino; non contenta, anni dopo mi sono messa in testa di studiare russo con scarsi risultati in termini di conversazione e coprendomi, invece, di gloria quando si è trattato di scovare cantanti pop e soap opera dove recitavano ex glorie del pattinaggio. Amo la tranquillità, le città poco caotiche, le passeggiate vicino alla spiaggia, e il mare più di ogni altra cosa; detesto il traffico, la confusione e il rumore delle macchine. Siccome nella vita è importante la coerenza, ovviamente abito a Roma. Per questo motivo durante buona parte dell’anno non vedo spiagge né surfisti né bagnini a meno che io non sia molto, ma molto ubriaca, però Roma appaga completamente il mio senso estetico e in primavera ha un profumo meraviglioso. Mi piace andare a ballare e in giro per il centro le notti d’estate; i mercati, le sale da tè, le mostre d’arte (cioè alla fine sempre la stessa mostra: Caravaggio quando ci vede entrare ormai saluta per primo…), andare all’Opera e alle Terme di Caracalla, a mangiare africano e giapponese e a fare vasche tra gli scaffali delle librerie e dei negozi di accessori luccicanti e pieni di strass. Sempre se riesco a schiodarmi da casa, visto che sono terribilmente pigra: mi piace dormire e starmene su un divano con un libro abbastanza a lungo da confondermi col mobilio. Quando posso comincio le giornate in modalità vampiro: dormo di giorno ed esco a caccia di cibo al calare delle tenebre, solitamente diretta verso il primo arabo o il primo giapponese che scorgo nel buio. Per sfamarmi con sushi o kebab, non sangue umano. Abito insieme a una deliziosa sorellina da guardia di piccola taglia che fa molto rumore quando deve difendere il territorio dai miei cappotti sparsi in ogni dove e indurmi a raccogliere le mie pezze ammucchiandole nella mia camera. Anche i miei genitori, fanaticamente impegnati nella crociata dell’ordine, tentano rapide incursioni per sistemare casa e riempire il frigorifero nel quale io tento vanamente di fare il deserto per non avere troppe tentazioni. Vorrei un animaletto ma non riuscirei mai a badargli, quindi devo accontentarmi della sopracitata sorellina domestica anche se, in alternativa, potrei provare un pesce rosso da combattimento che almeno non ascolterebbe Bruce Springsteen a tutto volume. Abbiamo anche dodici piante da terrazzo che sopravvivono nonostante la sottoscritta a volte si metta in testa di fare qualcosa per coltivarle. La violetta africana, invece, non è scampata all’ultima volta che ho cercato di innaffiarla, quindi pace all’anima sua.

Questo è quello che la stessa Savannah dice di se stessa nel suo sito, che vi invito caldamente a visitare.

Sitoweb: http://www.virginiadewinter.net/home/

Intervista all’autrice su Sognando Leggendo (ad opera di Queenseptienna): Qua

Black Friars;

1. Black Friars, L’ordine della spada (isbn: 9788876250798)

2. Black Friars, L’ordine della chiave (isbn:9788876251306)

3.

Trilogia “Black Friars” di Virginia de Winter [agg2°libro]Titolo: BLACK FRIARS: L’ordine della spada
Autore: Virgina de Winter
Serie: Serie Black Friars (1°)
Edito da: Fazi Editore (collana Lain)
Prezzo: 19,50 €
Genere: Young Fantasy, Vampiri, Storico Medievale
Pagine: circa 684 p.
Voto: Trilogia “Black Friars” di Virginia de Winter [agg2°libro]

Trilogia “Black Friars” di Virginia de Winter [agg2°libro] Trilogia “Black Friars” di Virginia de Winter [agg2°libro]

Trama: Chi è Eloise Weiss? Perché il più antico vampiro della stirpe di Blackmore abbandona per lei l’eternità suscitando le ire di Axel Vandemberg, glaciale Princeps dello Studium e tormentato amore della giovane?
La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi. Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni  cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza  è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita.

Nobili vampiri di vecchie casate, spiriti reclusi e guerrieri, eroici umani e passioni che il tempo non è riuscito a cancellare: Black Friars – L’ordine della Spada è un mondo nuovo che profuma di antico, un romanzo che si ammanta di gotico per condurre il lettore tra i vicoli della Vecchia Capitale o negli antri del Presidio, in un viaggio che continua oltre la carta e non finisce con l’ultima pagina.

TOP Citazione:

- Le ha quasi staccato una mano e lei si mostra indifferente – commentò una voce profonda alle sue spalle. – Ma non mi sarei aspettato nulla di meno da Eloise Weiss: per ottenerla, quella mano, bisogna strappargliela.

Estratto: Leggi i primi 2 capitoli online

Recensione

Recensione di Nasreen

Black Friars è il libro di esordio di Virginia de Winter, meglio conosciuta nel web come Savannah: una delle scrittrici di Dramione (coppia Draco Malfoy/Hermione Granger) di EFP, l’archivio di fanfictions  più grande e conosciuto d’Italia.

Virginia de Winter sa scrivere in modo assolutamente divino. La sua capacità di giocare con l’astratto e l’eleganza della sua prosa fanno di questa scrittrice una delle future punte di diamante del fantasy italiano. Su questo non ci sono dubbi e, dobbiamo ammetterlo, la Fazi Editore ha fatto proprio un gran bel colpo scoprendola e portandola nelle case italiane.

Black Friars è un bel malloppo di circa 700 pagine farcito di descrizioni deliziosamente evocative, d’amore, di odio, passione, ira, tradimenti, amicizia… e il tutto è scritto con una tale maestria che non esiste il minimo dubbio che, con il tempo, l’autrice non potrà fare altro che migliorare e incantarci con le sue parole.

Nonostante ciò, a mio avviso, alcune pecche sono presenti, e non facciamo alcun bene nascondendole all’autrice dietro a recensioni assolutamente entusiastiche. L’entusiasmo è un bene ma, per quanto possibile, la sincerità agli esordi di una carriera narrativa è ancor più importante. Per lo meno, per chi desidera veramente veder crescere e sfondare questa giovanissima donna che ha tutte le carte in tavola per farlo.

La cosa più importante che si nota inizialmente e che, tutto sommato, penalizza decisamente il romanzo è la confusione che regna nella gestione del background. Mi spiego meglio.

Virginia de Winter, dando prova di una straordinaria fantasia e cura dei particolari, nonché studio approfondito,  ha creato un background assolutamente nuovo, originale e affascinante.

Il problema è che tutto questo viene fornito al lettore come un dato di fatto, come se il lettore dovesse già conoscere le casate, l’organizzazione dei regnanti, i nove regni, le caste e tutto ciò che regola la vita sociale dei personaggi. Purtroppo così non è. Il rischio che si corre di conseguenza è che il lettore abbandoni la lettura giudicandola “erroneamente” confusa o mal scritta oppure che, viceversa, tiri avanti ignorando bellamente il background e interessandosi solamente alla storia d’amore fra i personaggi. Visto che questo non è un Harmony, trovo che lo svilimento di quest’opera a mera storiella d’amore fra Eloise e Axel sia un insulto. Visto, soprattutto, l’evidente studio e cura dei particolari che possiamo riscontrare leggendolo!

Personalmente credo che l’autrice sia affetta dalla “Sindrome della Fanwriter” (classificazione da me personalmente creata). Non è una colpa né un difetto, semplicemente la naturale conseguenza dell’essere nata come scrittrice di fanfictions dove, ovviamente, chi si accinge a leggere una storia già conosce lo scenario su cui si muovono i personaggi. E non è neanche l’unica a esserne affetta, a dirla tutta. Semplicemente in lei è maggiormente percepita, giustappunto data la complessità degli scenari sociali da lei ideati. Non dubito minimamente che in futuro questa pecca verrà naturalmente cancellata con la crescita stilistica, ma celargliela non credo che sia onesto.

Va precisato, nonostante tutto, che Virginia de Winter non fa assolutamente uso smodato di infodump, elemento su cui cascano autori dello spessore di Karen Chance con i suoi interminabili monologhi interiori della protagonista che, ovviamente, esistono principalmente con lo scopo di spiegare al lettore il background ideato dall’autrice, portando il lettore inevitabilmente verso la noia.

Un altro elemento un po’ disturbante, per il genere in questione, è la supremazia assoluta della storia d’amore fra Axel e Eloise rispetto alla trama che, in sé per sé, fatica molto a decollare risultando lenta e a tratti completamente ferma. Se si fosse trattato di un Harmony o di un Paranormal Romance avrei glissato senza problemi ma “Black Friars” è un Fantasy Puro, oserei dire. E comunque una storia d’amore che si protrae per circa 700 pagine, tra un battibecco e l’altro fra i due NON innamorati (che, in realtà, innamorati sono sempre stati) diventerebbe frustrante per chiunque, almeno credo.

Molti hanno asserito che Axel e Eloise ricordano molto i Draco e Hermione delle sue fanfiction. Io questa somiglianza non l’ho veramente percepita. Eloise appare forte, ma in realtà è una debole, soprattutto nei confronti di Axel. Si lascia gestire e manovrare limitandosi a rinchiudersi in se stessa senza realmente difendersi dalla possessività ossessiva dell’altro. Subisce continuamente, salvo sfruttare l’unica arma che sa lo ferirà, l’indifferenza. A un certo punto si abbassa perfino a sfruttare Ashton, con lo scopo di farlo ingelosire. Eloise è ben lontana dal carattere risoluto, saccente e sicuro di Hermione.

Stessa distanza l’ho trovata fra Axel e Draco. Axel è fondamentalmente un ragazzino che gioca a fare l’adulto. La sua è più un’ossessione che amore vero e proprio. Lui dirige la vita di Eloise come più gli aggrada, è sua e non si fa scrupolo a trattarla come un oggetto, o a umiliarla se gli è necessario. I suoi comportamenti sono talmente estremi da renderlo assolutamente illogico alcune volte! Non si fa scrupolo a umiliarla pubblicamente, salvo poi fare il dolce innamorato praticamente inerme quando sono soli. Il rispetto verso l’amata non è nel suo DNA, semplicemente lui è il Princeps e si aspetta di poter fare tutto ciò che vuole. In passato deve aver ferito in modo assoluto Eloise spingendola ad allontanarsi irrimediabilmente  da lui, ma non è un problema… Lui si aspetta che lei torni da lui, nel profondo del suo ego ne è certo e non smette di gestire la vita della ragazza in modo, più o meno, palese celandole segreti vitali e non giudicandola “abbastanza”. Si prende l’onere di proteggerla ma, in realtà, la gestisce svilendola come essere umano e donna. Mi chiedo realmente cosa ci trovi in lui Eloise, a parte ovviamente un fisico da far risvegliare gli ormoni ad un morto. Draco, ovviamente, è sferzante e gelido e neanche con tutta la buona volontà di questo mondo potrei mai immaginarlo come “zerbino” anche nei momenti d’intimità, come invece si tramuta Axel.

Ashton, il vampiro dagli occhi viola (sì, lo abbiamo capito), è uno dei personaggi che ho apprezzato maggiormente. Il suo essere “vampiro” è assolutamente fuori da ogni voce narrativa di questo periodo. È originale e unico con quel suo comportamento un po’ paterno che ha nei confronti di Eloise. Finalmente non ci troviamo di fronte al classico triangolo! Virginia, per questo avrai il mio amore incondizionato per il resto della tua vita!

Non abbiamo di fronte a noi il classico vampiro redento, o disperato per la sua stessa condizione di immortale che gli impedisce di amare la sua bella con l’umanità necessaria. Ashton è un vampiro di quattrocento anni e, sia ringraziato Dio, come tale si comporta. Niente sciocchi giochetti erotici con Eloise, se non qualche battuta sferzante (mai troppo esplicita) ma abbastanza chiara da insinuare il dubbio. Niente discorsi da adolescente in erba o da super macho immortale. È un essere con 400 anni sulle spalle, consapevole della sua forza, che non deve dimostrare niente a nessuno, affascinato dai mortali e, ovviamente, troppo adulto per non guardare con una certa dolce indulgenza una ragazza “attira guai” di soli 22 anni come Eloise. La rispetta e, nonostante fosse più che giustificato a trattarla, volendo, come un oggetto, la lascia libera di sperimentare e sbagliare. Salvo poi fare tutto ciò che è in suo potere per aiutarla a riprendersi. Inoltre, non cela mai, neppure per un momento il suo obiettivo: Eloise gli serve e avrebbe fatto di tutto per ottenere la sua collaborazione.

Per quanto riguarda la cura dei personaggi secondari, questi sono assolutamente ben caratterizzati e curati. Tutti, nessuno escluso, hanno il loro spazio nel romanzo: a partire dall’assurdo ipocondriaco Bryce Vandemberg, al diplomatico Jordan, allo sbarazzino Julian Lord. E che dire della fredda e “lontana” presenza di Adrian? E dell’inquietante freschezza di Cain? Straordinari, assolutamente.

Nelle ultime 150 pagine, finalmente, l’autrice sembra aver ingranato il giusto equilibrio fra azione, amore e descrizioni. Non vediamo più le adrenaliniche scene d’azione interrotte da qualche descrizione né, tantomeno, l’amore fra i protagonisti paralizza l’evolversi della trama. Sono, a mio avviso, le pagine più godibili dell’intero romanzo visto che, oltretutto, l’autrice finalmente sembra darci qualche informazione importante che chiarisce e delinea i molti punti oscuri che ancora ci portavamo dietro.

Il passato di Axel e Eloise è ancora avvolto nel mistero ma, nonostante ciò, qualcosa trapela da queste pagine e riusciamo a farci un’idea di cosa possa essere accaduto (e mi chiedo, se le mie supposizioni sono esatte, per quale motivo la testa di Axel non stia rotolando nel fango per mano di Eloise…). Mistero che sbroglierà l’autrice stessa con il secondo romanzo che, in realtà, pare si tratti di un prequel che verterà esclusivamente su loro due. E che, spero, mi spiegherà finalmente quell’assurda sensazione che ho nei confronti di Axel: c’è qualcosa che la scrittrice volutamente non ci ha detto. Ne sono quasi certa e ciò rende questo personaggio abbastanza ambiguo da non riuscire a fidarmene.

Il fantomatico ultimo erede dei Balckmore viene finalmente trovato e la trama volge al termine con una sorta di nota aperta, che lascia la libertà al lettore stesso di decidere se continuare, quando arriverà il momento, con la lettura di questa saga o se finire qua e avere ugualmente un godibilissimo romanzo autoconclusivo fra le mani.

I miei più sinceri complimenti all’autrice per questa splendida prova.

Trilogia “Black Friars” di Virginia de Winter [agg2°libro]Titolo: BLACK FRIARS: L’ordine della chiave
Autore: Virgina de Winter
Serie: Serie Black Friars (2°)
Edito da: Fazi Editore (collana Lain)
Prezzo: 18,00 €
Genere: Young Fantasy, Vampiri, Storico Medievale
Pagine: circa 450 p.
Voto: Trilogia “Black Friars” di Virginia de Winter [agg2°libro]

Trilogia “Black Friars” di Virginia de Winter [agg2°libro] Trilogia “Black Friars” di Virginia de Winter [agg2°libro]


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