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Tripodi: l’Italia non è un Paese per diversamente abili

Creato il 28 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate

Tripodi: l'Italia non è un Paese per diversamente abiliMichelangelo Tripodi, segretario regionale della Calabria per il Pdci, analizza in il peso oggettivo che  la manovra economica approvata  a colpi
di fiducia . Secondo Tripodi infatti la Finanziaria non avrebbe potuto essere più odiosa perché si rivolge, in maniera quasi persecutoria, contro la parte più debole della società: le persone con disabilità e per giunta in giovane età. Infatti, le misure previste e già in vigore, per quanto riguarda il sostegno scolastico alle persone con disabilità, sono davvero incredibili e socialmente offensive.Tripodi nella sua nota sottolinea che  tutte le scuole italiane, dal nord al sud, aumentano gli alunni disabili, il governo della destra ha deciso una drastica riduzione degli insegnanti di sostegno. C’è il concreto rischio che a parole si proclami un rapporto ottimale di un insegnante di sostegno ogni due alunni disabili, ma nella realtà concreta delle politiche del Ministero della Gelmini ciò si traduce in un rapporto 1 a 3. In pratica gli insegnanti di sostegno sono sempre meno e la loro presenza è già oggi largamente insufficiente ed inadeguata.
Meno insegnanti di sostegno significa meno integrazione e meno inclusione
per gli alunni disabili che con questo andazzo rischiano perfino di non
poter andare a scuola. E’ davvero sconcertante che tutto ciò avvenga mentre il ministro Gelmini è lanciato in una campagna propagandistica che annuncia l’assunzione di 67.000 precari, cosa tutta da verificare e che certamente come si vede per gli insegnanti di sostegno, non risolverà affatto i gravissimi problemi di organico delle scuole italiane.
Tutto ciò è l’effetto dei tagli indiscriminati alle spese sociali. L’attacco al welfare e allo stato sociale  produce tra le sue conseguenze più nefaste
il pesante restringimento della tutela delle persone con disabilità.
Bisogna ribellarsi contro queste scelte che sono assai più negative in
Calabria, laddove la presenza degli insegnanti di sostegno è ancora più
ridotta e i diritti dei disabili sono largamente compromessi. Lo Stato deve garantire il rispetto dei diritti e non può limitarsi ad una carità pelosa che sta facendo diventare il nostro paese il fanalino di coda dell’Europa. Da queste cose si misura il grado di civiltà di un paese di una classe dirigente. Evidentemente per l’Italia si tratta di una fase davvero buia nella sua storia in cui una classe dirigente rapace, corrotta ed arrogante mantiene intatti i propri privilegi di casta ma continua a colpire pesantemente i ceti più deboli e si accanisce contro i disabili.

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