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2 medaglie d'oro e 4 podi complessivi nella prima giornata dei Mondiali: Signori, questa è la scherma italiana, orgoglio e fiore all'occhiello dello sport azzurro. Valentina Vezzali, con i suoi 37 anni, è una donna ormai matura ma con l'indole della bambina: per lei esiste solo la vittoria e qualsiasi altro risultato provoca solo pianto e tristezza. La jesina ha vissuto una stagione da tigre ferita. Dopo quella nella semifinale iridata della scorsa stagione, sono maturate altre sconfitte contro la compagna-rivale Elisa Di Francisca, al punto da poter ritenere ormai avvenuto il passaggio di consegne. L'atleta più vincente dello sport italiano ha covato dentro di sé la rivincita, consapevole di essere ancora il tiranno incontrastato del fioretto femminile. Il torneo odierno è stato un vero capolavoro. Ad un passo dall'eliminazione nei quarti di finale con la francese Corinne Maitrejean, sotto addirittura di 5 stoccate a 30 secondi dal termine (6-11), la cannibale in gonnella (molti i punti di contatto con il fenomeno dello slittino) ha annichilito l'avversaria con una rimonta strepitosa, un cocktail irresistibile di classe e forza caratteriale, prevalendo infine per 12-11 al minuto supplementare. Superata poi in scioltezza la giovane americana Lee Kiefer, si è vista opposta l'ormai eterna rivale Di Francisca nella sfida per il trono iridato. Dire che le due schermitrici non si amino è un eufemismo. Alla vigilia della rassegna iridata la 28enne jesina aveva punzecchiato la plurititolata avversaria: "Non vuole ombre intorno a sé". Una frase che deve aver motivato ulteriormente la tigre ferita, che, con una sontuosa lezione di scherma, ha inflitto un severo 14-5 alla scomoda e più giovane compagna di squadra. Un messaggio chiaro: "La regina sono sempre io". 12 Coppe del Mondo, 6 ori iridati e 5 europei, 3 titoli olimpici: come definire Valentina Vezzali? Una leggenda? Forse qualcosa di più. L'apoteosi tricolore è stata completata dal meritato trionfo di Aldo Montano nella sciabola maschile, grande campione che finalmente è tornato a vincere dopo l'ormai lontano oro olimpico di Atene 2004. A dispetto di una condizione fisica tutt'altro che ottimale, con un problema al tendine che lo tormentava da luglio, il 32enne livornese ha disputato un torneo eccezionale, approdando in finale senza patemi e con una grinta che da tempo non mostrava. Nell'atto conclusivo ha sfidato il temibile tedesco Nicolas Limbach, che in semifinale aveva prevalso per 15-12 sul 39enne Luigi Tarantino (comunque uno splendido bronzo per l'azzurro). Lo schermidore del Bel Paese ha condotto con temerarietà e decisione la finalissima, passando subito in vantaggio e rivelandosi superiore all'avversario teutonico. Ha vissuto un piccolo brivido in dirittura d'arrivo, quando dal 14-9 si è visto rimontare sino al pericoloso 14-13. A quel punto, però, è giunta la stoccata decisiva che ha dato il via alla festa azzurra. 2 ori e 4 podi, medagliere già monopolizzato: scherma, quanto ti amiamo!
Federico Militello
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