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Trittico DV8. 3.Dead Dreams of Monochrome Men

Creato il 17 giugno 2013 da Spaceoddity

Locale per soli uomini, immagino a tarda notte. Quattro giovani si guardano, si bramano, si seducono, si deludono. Intorno a loro evidentemente altri ballano, con un occhio sempre rivolto a un'eventuale preda. Non fanno nulla per divertirsi, non c'è piacere in loro, solo emozione: agiscono in preda a uno spasmo di conquista che li lascerà insoddisfatti. Subiscono la pena degli ingordi, s'ingozzano gli uni degli altri senza gustarsi, s'inseguono, si spogliano, non riescono ad amarsi: più che una caccia, sembra un macello, un carnaio. Dead Dreams of Monochrome Men (1990) è senz'altro il più provocatorio dei tre spettacoli di Lloyd Newson dei DV8 raccolti in un prezioso dvd dell'Arthaus
Trittico DV8.  3.Dead Dreams of Monochrome MenEppure, a me sembra che ci sia molto di più. Come accade in Strange Fish, i corpi si compenetrano, si attraggono senza consumarsi nel sesso, bensì nelle loro contratture obbligate, nelle loro smorfie. Con la differenza che, essendo tutti maschi – ed essendo il film in bianco e nero - qui iperformers spariscono quasi l'uno dietro l'altro, tendono a mimetizzarsi, a creare forme scultoree e scarnificate di mistica tensione. Certo, celare la continua vibrazione omoerotica dietro un velo di metafore o di immagini diversive sarebbe totalmente assurdo – e ingeneroso nei riguardi dell'intento provocatorio del gruppo: la cultura dei DV8 è quella inglese e contestataria – effimera e molto datata – che si afferma nell'Inghilterra degli anni '80 e '90. Ma, posto che due uomini possono desiderarsi e volere il bene l'uno dell'altro – o, come sbrigativamente si dice, possono amarsi – mi sembra evidente che qui la cultura omosessuale è il linguaggio, il canale comunicativo più che l'oggetto del contendere. Il desiderio maschile è qui pura espressione: ma, appunto, la danza è forma, e attraverso Dead Dreams of Monochrome Men promana tutta unasensibilità del corpo – e intendo più ambiziosamente della corporeità – che si può non condividere, ma in termini di danza a me pare un contributo rilevante per gli anni in cui questi spettacoli vennero prodotti. Per dirla in altri termini, i DV8 non sarebbero così interessanti e non trasmetterebbero la stessa energia se non comunicassero attraverso questa forma di desiderio tutta maschile, anzi la loro scossa elettrica mi sembra tanto irrinunciabile in un certo modo impegnato di intendere la danza contemporanea, quanto il lirismo dolorosissimo di Pina Bausch
Nei diversi tableaux di cui si compone Dead Dreams of Monochrome Men lo spettatore apprezza il crescendo diffratto - ma lineare nella sua narrativa - dai primi abboccamenti alla totale scarnificazione del finale. I corpi di Lloyd Newson,Nigel CharnockRussell MaliphantDouglas Wright sono tonici e maschili, ma anche "incantati": pur nel desiderio di cui sono fatti oggetto, come sempre accade nella danza più riuscita, appaiono quasi asessuati, nelle loro torsioni sembrano perdere il magnetismo sessuale. Impressionante la riduzione ferina, quella scultorea, a un certo punto appaiono tutti quasi come sagome congelate, come statue, rappresentazioni di profana pietà. In un elegantissimo rosario di slittamenti semantici, i DV8 conducono il loro pubblico in una zona liminale (sovra- o sottoesposta), una soglia proibita di chiaroscuri che ha tutto il sapore di un'insaziabile voracità - carca ne la sua magrezza - di vita.


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