Troiani: “Le soluzioni per lo smaltimento delle scorie esistono già”

Creato il 08 febbraio 2011 da Lorenzo_gigliotto

Quando si parla di nucleare uno degli argomenti più delicati è quello delle scorie. La produzione e lo stoccaggio dei rifiuti nucleari spaventa molti, soprattutto per la tanto temuta radioattività.

L’ennesima denuncia arriva da Legambiente, che ha evidenziato la presenza di 100mila metri cubi di scorie da smaltire. Come se non bastasse, nelle ultime settimane i movimenti no nuke locali stanno alzando la voce con un messaggio unanime: no alle centrali e soprattutto no ai depositi  di residui nucleari. In realtà, il problema è meno serio di quello che si pensa: lo ha spiegato di recente (http://diario.enel.it/energyviews/?p=886) Francesco Troiani, presidente della Nucleco, società pubblica che da oltre 20 anni gestisce i rifiuti radioattivi prodotti nel nostro Paese da installazioni industriali, laboratori di ricerca e ospedali.
Secondo Troiani “sono già disponibili diverse tecnologie sicure. La gestione dei rifiuti a bassa e media attività, la cui radioattività dura da pochi giorni a qualche centinaio di anni, non richiede tecnologie particolari. Per i rifiuti ad alta attività, che restano radioattivi per migliaia o decine di migliaia di anni, l’opzione oggi più diffusa nel mondo è quella del deposito geologico:un deposito sotterraneo che può custodire i rifiuti con la massima sicurezza”. Insomma, gli unici residui che richiedono soluzioni per lo smaltimento sono quelli ad alta attività, che, tra l’altro, sono una minima parte di quelli prodotti: “In Italia sono presenti attualmente circa 30mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui circa il 10% ad alta attività. Per dare un’idea dell’ordine di grandezza di queste cifre, basti pensare che 100mila metri cubi sono il volume di un impianto grande come un campo di calcio e alto 10 metri:una dimensione piuttosto ridotta”.

Il nostro Paese, comunque, si sta muovendo bene sul fronte smaltimento: “Anche l’Italia si sta orientando verso la scelta di un unico deposito superficiale permanente per la media e bassa attività, con un impianto di deposito temporaneo a lungo termine per l’alta attività:la Sogin sta lavorando a questo scopo”.
Potrebbe essere la volta buona che la voce degli esperti riesca a imporsi sulla diffidenza prevalente tra i cittadini? Forse sarebbe davvero il momento di capire che la chiave per risolvere il problema scorie c’è e che il nucleare è  fondamentale per non restare indietro. O anche, per non restare al Medioevo, come dice questo simpatico video che ho trovato qualche giorno fa su YouTube: http://www.youtube.com/watch?v=g3emGnH9DTE.



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