Tromba d’aria nella Laguna Veneta

Creato il 13 giugno 2012 da Sabrinamasiero

Alle 11.15 di eri, 12 maggio 2012, una tromba d’aria si è formata sulla Laguna Veneta che si spostata in alcune delle isole, in particolare l’Isola di Sant’Elena e di Sant’Erasmo.

Per una decina di minuti forti raffiche di vento si sono abbattuti su case e piante, anche sul cimitero mentre i Vigili del Fuoco sono subito intervenuti per portare i primi soccorsi alle  persone più bisognose.

Numerosi i danni sull’Isola di Sant’Elena dove sono stati abbattuti numerosi pini marittimi, sradicati un migliaio di alberi, scoperchiato la biglietteria dell’ACTV e una parte del tetto della chiesa, alcuni danni ci sono stati al Cimitero comunale, molte case scoperchiate, danni ingenti all’agricoltura. Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia, ha sottolineato: “Fortunatamente non ci risultano danni alle persone. Stiamo verificando con attenzione le conseguenze della tromba d`aria e domani i nostri tecnici valuteranno gli interventi di ripristino delle parti danneggiate a San Servolo” [Fonte MeteoWeb].

L’Italia del Sud e le isole sono state inglobate nei giorni scorsi da un anticiclone sub-tropicale nord africano, l’Italia del Nord, in particolare in Nordest, è stata toccata da un flusso oceanico umido, instabile e fresco pilotato da da un’ampia circolazione depressionaria formatasi tra il nord-est della Francia e il nord del Belgio. Queste infiltrazioni d’aria umida e fresca in quota sopra lo strato d’aria più calda e umida nei bassi strati ha prodotto il gradiente termico verticale, una differenza di temperatura in vari strati atmosferici, producendo moti convettivi e alimentando cumulogenesi, che aumentando in poche ore, hanno prodotto cellule temporalesche e nuclei convettivi in varie regioni del Veneto e che si sono spostati successivamente, nel pomeriggio, fino in Croazia, con forti grandinate e raffiche di vento intense. I temporali hanno avuto una grande intensità sopra il Veneto provocando grandini, scrosci di pioggia e colpi di vento.

Dopo essersi formata una nube a forma d’imbuto che si è ingrossata fino a toccare la superficie d’acqua della Laguna diventando una tromba d’acqua marina, un waterspout, un fenomeno tornadico, che si sviluppa e si muove sulla superficie d’acqua stessa. L’ultima grande tromba marina a Venezia si è avuta l’11 settembre 1970 che provocò vittime.

Da uma mappa meteo dell’ARPAV, la formazione del ciclone in Laguna. Crediti: MeteoWeb/ARPAV. Sito web: http://www.arpa.veneto.it/bollettini/htm/immagini_radar.asp .

Secondo alcuni osservatori la tromba d’aria sembrava un vero e proprio tornado, simile a quelli che si formano nelle regioni tropicali e negli Stati Uniti. In questo caso, la tromba d’aria-marina si è formata in acqua, molto vicino all’Isola di Sant’Elena, colpendola in pieno e, successivamente, si è spostata verso il locale diporto velico dell’Isola dove i Vigili del Fuoco hanno messo in salvo una quindicina di bambini che stavano seguendo corsi di vela. Dopo Sant’Elena, è stata la volta dell’Isola di Sant’Erasmo, Punta Sabbioni e varie altre isole minori della Laguna con sollevamento di imbarcazioni.

Durante il passaggio del vortice d’acqua, la navigazione è stata sospesa per una ventina di minuti. Col passare del tempo e spostandosi verso nord-est, il piccolo tornado si è via via dissipato. Fortunatamente non ha provocato vittime e non è passata sopra la città di Venezia, evitando in questo modo molti più danni e forse feriti.

Questi piccoli cicloni non sono poi così poco comuni nella Pianura Padana durante il periodo estivo, dato che seguono l’evoluzione di un normale temporale e di cellule temporalesche. Rispetto ai famosi tornado americani, questi mini-tornado hanno un tempo di vita più breve, molto meno intensi e si spostano più lentamente fino ad esaurirsi in circa 20 minuti seguendo il corso del temporale. A parte queste considerazioni, questi mini tornado sono in realtà in grado di provocare ingenti danni, e questo lo si è notato ieri a Venezia, fino a ferire oppure a uccidere.

Purtroppo, a differenza dei tornado americani, i nostri mini tornado non sono visibili (si parla letteralmente di muro di nubi, o wall cloud) e non sono rilevabili dai radar.

La Scala Fujita permette di catalogare i fenomeni vorticosi e fu introdotta nel 1971 da T. Theodore Fujita dell’Università di Chcago. E’ la scala più affidabile utilizzata oggi e suddivisa in 12 parti:

F0 – Intensità debole – Velocità del vento 64-116 km/h – Danni ai camini; spezza i rami degli alberi; abbatte alberi con radici superficiali; danni ai cartelloni e ai segnali stradali.

F1 – Intensità Moderato – Velocità del vento 117-179 Km/h – Stacca la superficie dei tetti; case mobili spostate dalle fondamenta o rovesciate; automobili in movimento spinte fuori strada; i garages possono essere distrutti.

F2 – Intensità Significativo – Velocità del vento 180-253 Km/h – Danni considerevoli. Tetti strappati dalle case; case mobili demolite; autorimesse abbattute; grossi alberi spezzati o sradicati; oggetti leggeri trasformati in missili.

F3 – Intensità Forte – Velocità del vento 254-332 Km/h – Il tetto e qualche parete strappati via da case ben costruite; treni deragliati; la maggior parte degli alberi nelle aree boscose vengono sradicati; automobili sollevate da terra e trascinate.

F4 – Intensità Devastante – Velocità del vento 333-419 Km/h – Case ben costruite livellate; strutture con fondamenta deboli fatte volare a breve distanza; automobili scaraventate via; grandi missili vengono generati.

F5 – Intensità Incredibile – Velocità del vento 420-512 Km/h – Case con armatura forte sollevate dalle fondamenta e trascinate a distanze considerevoli per disintegrarsi; missili della grandezza di automobili volano nell’ aria per distanze superiori ai 100 metri; alberi scortecciati; strutture in cemento armato gravemente danneggiate; altri fenomeni incredibili.

Per la sua particolare disposizione orografica, l’Italia è soggetta quasi ogni anno ad eventi vorticosi di debole-media intensità, che vanno da F0 a F3. Le zone più colpite, tra la primavera e l’estate, sono la Pianura Padana, la costa fra Veneto e Friuli Venezia Giulia, a causa della presenza di aria calda e molto umida provenienti da Sud-Ovest, e S-SudOvest, mentre da Ovest e da NordOvest si muove un fronte freddo o un nucleo di aria più fredda in quota che scorre sopra l’aria calda e molto umida preesistente nei bassi strati, portandola verso l’alto e provocando forti turbolenze atmosferiche.

Città di Venezia: http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/56507
MeteoWeb: http://www.meteoweb.eu/2012/06/tornado-venezia-colpita-anche-lisola-di-san-servolo-danni-ingenti/139223/ e http://www.meteoweb.eu/2012/06/analisi-tecnica-del-fenomeno-vorticoso-che-ieri-si-e-abbattuto-sulla-laguna-di-venezia-e-caratteristica-delle-trombe-daria-o-piccoli-tornado-allitaliana/139306/

Informazioni sui tornado: http://www.tornadoit.org/fujita.htm

Sabrina


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