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Mi appresto a vedere stasera "Tron Legacy", sequel di un film del 1982, "cult" per una certa fetta di cineamatori appassionati del genere fantascienza et similia. Si tratta di "Tron", per la regia di Steven Lisberger, non passato alla storia per altre sue opere successive. Questa invece, che vede un giovanissimo (e carinissimo) Jeff Bridges come protagonista, è sicuramente interessante anche se è invecchiata maluccio, con effetti speciali e uso di computer grafica che, nell'epoca di "Avatar", fanno indubbia tenerezza.
La storia (da MYmovies.it). Kevin Flynn è l'autore di alcuni videogiochi di grande successo, tuttavia la ENCOM, società che ne detiene i diritti, l'ha estromesso e li fa passare per proprie creazioni. Nel tentativo di recuperare i dati che potrebbero provare la paternità delle proprie opere intellettuali, Flynn entra di nascosto nel palazzo della società e da un terminale cerca di aggirare le protezioni interne. Se ne accorge però l'MCP, unità di calcolo centrale (il cervellone che riunisce tutti i computer ENCOM e che ha sviluppato una forma di intelligenza autonoma) e attraverso un laser sperimentale trasporta il creativo nel mondo del computer. Kevin Flynn scopre che esiste un universo in cui i programmi hanno forma umana, in cui l'MCP comanda come un dittatore, che i videogiochi sono in realtà battaglie mortali e che i creativi come lui sono oggetti di culti proibiti al pari di divinità religiose.
Per uscire dal mondo dei computer Flynn dovrà combattere l'intelligenza centrale, aiutato da due software programmati dai suoi amici, uno dei quali, Tron, riuscirà alla fine a liberare i programmi dalla dittatura dell'MCP.
Nonostante un'idea intrigante (e posso solo supporre, dato che in quei mesi stavo nascendo, innovativa per l'epoca), il film è debole sui piani della sceneggiatura e della costruzione di un ritmo. La trama è fin troppo lineare e senza sacrosanti colpi di scena. Vero è che non siamo propriamente in un film d'azione, ma la lentezza palese e l'atmosfera sospesa sembrano dovute più ad una debole oliatura degli ingranaggi del film, piuttosto che ad una precisa scelta stilistica. Tuttavia "Tron" conserva un suo fascino, anche estetico, un po' per l'avanguardia che rappresenta nell'universo cinematografico (il primo film ambientato in un computer?), un po' per la forza simbolica dei suoi personaggi e dell'intreccio (anche se...sottile emulazione di alcuni aspetti della saga di "Guerre stellari? chiederemo agli esperti). I programmatori sono dei "creativi", venerati e ammirati. Il Master Control Program ricorda per certi versi un maxi Grande Fratello, per altri un'ingombrante burocrazia sovietica.
Con i miei compagni di proiezione casalinga, siamo andati a spulciare il cast del film. Tra i vari nomi, qualcuno lo ritroveremo stasera nel sequel, qualcun altro invece lo abbiamo ritrovato, nel tempo, in tanti amatissimi film. Tra gli animatori, infatti, è segnalato Tim Burton.
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