Spero che la storia della privatizzazione degli asili nido sia un’incomprensione giornalistica e, soprattutto, dico che un commissario secondo me non può toccare i servizi di una città, ma limitarsi alla gestione ordinaria. Forse meglio dedicarsi al guano in questi giorni che stiamo diventando ridicoli?
E spero che chi sarà sindaco invece di pensare a privatizzare gli asili comunali ripensi completamente il sistema “asili” mettendo a sistema e potenziando e dando dignità a tutte le risorse che una città, capitale Europea deve avere: dai nidi pubblici a quelli convenzionati passando per le tagesmutter trovando il modo di garantire i parametri europei in modo sostenibile e facendo diventare Roma città eccellente. Roma è proprio una di quelle città dove se non sei ricca o se non hai un’orda di nonni, se fai un figlio è quasi sicuro che devi restare a casa e lasciare il lavoro. E’ di questo che la politica romana dovrebbe occuparsi.
AGGIORNAMENTO: per onore di cronaca e per evitare che venga fatto a Tronca quello che è stato fatto a Marino, riporto in calce la posizione del prefetto dove si parla di concessioni e non di privatizzazione e si seguono le linee guide della precedente amministrazione in ottica di aumentare i “posti bimbo”. Chiedo scusa per essere cascata nel solito pezzo di giornale non approfondito o nella solita polemica del gioco delle parti.
Aggiungo la seguente riflessione:
- costo bimbo nell’asilo pubblico: 1400€
- costo bimbo nell’asilo in concessione 740€
- Le assunzioni sono bloccate quindi se si vogliono aumentare i posti bimbo bisogna trovare altre soluzioni, tra cui l’uso delle concessioni.
In sintesi c’è come al solito un enorme dilemma sul come fare funzionare in modo efficiente il pubblico e se questp non funziona come uscirne se non seguendo altre strade?
Le ipotesi di determinazioni relative ai nidi e alle scuole dell’infanzia richiamate nel DUP (Documento Unico di Programmazione), approvato dal Commissario Straordinario di Roma Capitale lo scorso 24 dicembre, sono coerenti con il percorso tracciato dalla precedente Amministrazione, nonché con il Piano di Rientro che aveva già prescritto un programma di ristrutturazione della spesa nel settore dei nidi per un importo pari a 10 milioni di euro l’anno, da reinvestirsi per incrementare l’offerta dei posti, nonché la qualità del servizio.
Giova segnalare che il documento, relativo al triennio 2016-2018, delinea scenari ipotetici da valutare in sede di redazione del bilancio di previsione – a partire dall’attuale situazione articolata in 209 nidi a gestione diretta pubblica e solo 7 strutture in concessione – e trae origine, da un lato, dalla considerazione dei significativi minori costi imputabili alla gestione in concessione rispetto a quella diretta, dall’altro, dalla possibilità di ampliare i posti disponibili per l’utenza, riducendo le liste di attesa.
Ferma restando la volontà dell’Amministrazione Straordinaria Capitolina di garantire gli attuali livelli occupazionali e la piena efficacia del servizio pubblico, si specifica che qualsiasi percorso applicativo vedrà la necessaria condivisione di qualsiasi decisione strutturale, che verrà assunta – come sempre – previo dovuto confronto con le parti sindacali e con tutti gli attori interessati.
