Tropa de Elite - Gli squadroni della morte

Creato il 28 aprile 2011 da Robydick
2007, José Padilha.
Raro caso di film che condensa alcune delle migliori caratteristiche del Cinema: realismo; azione spettacolare; tecnica cinematografica; critica e denuncia sociale. Eccezionale! Orso d'Oro a Berlino e per me Olimpo con lode, lo dico subito.
C'è anche molta violenza, inevitabilmente. Qua si parla, e sono storie vere, di truppe speciali di polizia brasiliana che operano nelle favelas di Rio de Janeiro che sono degli inferni in terra, mica di monaci eremiti sul cucuzzolo di una montagna. Astenersi perditempo.
Le "Tropa de Elite" sono note come BOPE: Batalhão de Operações Policiais Especiais, acronimo diventato parola, un gruppo sceltissimo della polizia. Ogni membro al suo interno, scelto tra i pochi elementi "sani" di una polizia ordinaria nella quale la corruzione è regola, deve passare una selezione incredibilmente dura, frutto di addestramento fisico e psicologico come non possiamo neanche lontanamente immaginare noi comuni mortali, oltre che essere irreprensibili dal punto di vista morale e civile. Mediamente solo il 5% dei candidati arriva al termine della scuola.
Scopo primo del BOPE è combattere il traffico di droga. In ogni caso, ogni volta che occorre un intervento in una favela, per qualsiasi ragione, chiamano loro, riconoscibilissimi dalla divisa interamente nera e dal teschio loro simbolo. "Un BOPE entra in una favela per uccidere, non per essere ucciso" dirà il capitano Roberto Nascimento infuriandosi per l'imprudenza di un allievo e sintetizzando un concetto che hanno ben chiaro anche i peggio delinquenti che dominano nelle favela, che per contro sanno che uccidere un BOPE equivale alla propria condanna a morte.
In poco meno di 2 ore di riprese a braccio (quasi tutte), fotografia satura e sgranata con un formidabile e frenetico montaggio (alla fine della visione che consiglio d'un fiato viene la tachicardia, estremamente coinvolgente!) ci sono 2 temi fondamentali.
Uno è il citato capitano Roberto Nascimento (Wagner Moura, bravissimo). Deve individuare chi può succedergli alla guida della sua squadra perché deve dimettersi dall'incarico, per vari motivi. Due saranno le sue speranze tra gli allievi: Neto (Caio Junqueira) e Matias (ottima prova di André Ramiro).
L'altro è la visita a Rio del papa polacco nel 1997, anno d'ambientazione della storia; siccome il noto personaggio deciderà di andare a dormire all'arcivescovado che sorge proprio vicino ad una favela sarà necessario effettuare un po' di "pulizia" (e chissà se qualcuno gli ha mai detto poi al citato polacco quanti morti e feriti ha provocato la sua stupida decisione).
Il primo tema è il più importante. Il secondo è una specie di incombenza che getta ulteriore benzina sul fuoco.
Dopo l'incipit al fulmicotone, in un lungo flashback spesso narrato fuori campo dallo stesso capitano, vivremo l'intera vicenda. Questa modalità avvicina il film al documentario, forma che inizialmente era nelle intenzioni del regista, idea poi rientrata per motivi "tecnici". In ogni caso la sensazione di realismo rimane ed il film abbraccia tutti, nessuno escluso, i vari argomenti che tanto hanno fatto discutere in Brasile dove il film è diventato un caso insieme al libro dal quale è tratto, "Elite da Tropa" scritto da Luiz Eduardo Soares il quale è un antropologo, nota bene!
La vita del capitano è emblematica per come e quanto una professione del genere possa consumare nell'animo un uomo. Vero eroe, cinico e duro nel lavoro, è e rimane un uomo con una moglie ed un figlio in arrivo, una famiglia come qualsiasi altra. Eroe che ti mette in difficoltà quando in favela cattura e tortura chi secondo lui può fornire informazioni decisive.
Interessantissima la vicenda del giovane Matìas, studente laureando oltre che poliziotto. Frequenta i giovani, tra i quali alcuni che portano avanti una ONG all'interno di una favela. Sarà la sua una storia di unione fra 2 mondi che si vedono come nemici, nel senso che il BOPE è temuto dagli spacciatori delle favela ma anche iper-criticato dai giovani, più o meno "pacifisti" e pure, spesso, consumatori della stessa droga che viene spacciata. Che contraddizione! Matìas la farà notare esplicitamente e sarà una cosa su cui non si può non riflettere. Dovrei dilungarmi molto su quest'argomento, sforando anche sui temi del c.d. proibizionismo, ma ho già scritto troppo, magari proseguo su questo fronte in occasione del sequel.
FILM IMPERDIBILE !!!

pronti via, sparatoria in una festa di giovani in favela


grande capitano


visione aerea di un inferno


sede della squadra BOPE


giovani all'ONG, lei diventerà la ragazza di Matias e saranno problemi


addestramento: cibo buttato per terra, da mangiare in 10 secondi


non sono morti, sono croci dei "soldati" che ricordano coloro che non hanno superato l'addestramento


panorama fantastico


sparatoria in favela, ancora addestramento


basta commenti... rischio spoiler







Ennesimo grazie a Napoleone che mi ha segnalato questo film.

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