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TropeaFestival Leggere&Scrivere;: appunti di viaggio tra spazio e tempo

Creato il 16 dicembre 2012 da Af68 @AntonioFalcone1

DSC_0144In attesa di conoscere il verdetto relativo al vincitore della VI Edizione del Premio Nazionale Letterario Tropea, che verrà reso noto stasera, domenica 16 dicembre, il TropeaFestival Leggere&Scrivere ha inaugurato ieri la sua penultima giornata con i racconti di viaggio di una particolare platea di relatori: l’antropologo e scrittore Mauro F. Minervino, i giornalisti Michele Gravino (National Geographic) e Giuliano Santoro (anche blogger), si sono infatti soffermati sulla Calabria vista come meta privilegiata attraverso i luoghi e i tempi. “Non è necessario andare lontano per trovare periferie interessanti quanto quelle del resto del mondo”, ha raccontato Minervino, dando ideale continuazione al percorso emotivo attraverso il ricordo, che aveva già trovato un riscontro con l’audio-viaggio verso Soriano Calabro e il reading di Carmine Abate sulle note della chitarra battente di Cataldo Perri, concentrandosi ora sul presente, sulle strade che indicano il passato e il futuro della nostra terra, come raccontate nei suoi libri La Calabria brucia e Statale 18, o in Suduepiedi di Santoro.

Vito Teti

Vito Teti

L’incontro, moderato dalle domande della giornalista Livia Blasi, è proseguito sulla scia della storia, degli antichi racconti di viaggio spesso falsati dalla moda esotica: si è parlato di un giornalismo di viaggio storicizzato, di una generazione fantasma, quella dei trentenni di cui Santoro tratta appunto nel suo libro.
Anche la stessa immaginazione può cambiare con l’abbattimento delle frontiere fisiche, che soprattutto con il digitale, supporto imbattibile del formato video, può permettere un “viaggio immobile”. Nel pomeriggio si è invece affrontato uno degli aspetti del viaggio che più hanno caratterizzato il nostro Paese, l’emigrazione: Vito Teti e Laura Marchesano hanno raccontato episodi delle donne migranti, le quali accettarono di sposarsi e di trasferirsi nelle campagne del nord d’Italia, soffermandosi sulle cause di questa diaspora femminile spesso ignorata dalla storia, che spesso delinea solo una parte dei fenomeni di massa. Piuttosto intenso, infine, l’intervento di Ludina Barzini, un racconto incentrato sul giornalismo di tre generazioni della sua famiglia, attraversando un secolo di storia italiana.

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