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La troponina I è una proteina che si localizza nel muscolo cardiaco, con il ruolo di regolatrice dei meccanismi di rilassamento e contrazioni dell’organo. E’ considerata uno strumento diagnostico importante come marcatore di infarto, dal momento che i suoi livelli nel sangue aumentano dopo circa 4-8 ore dall’attacco cardiaco e si mantengono elevati nei successivi 1-2 giorni. Ora, attraverso un sofistico studio sul tessuto cardiaco proveniente da pazienti con patologie cardiache terminali e da persone decedute per cause non cardiache, sono state individuate precise alterazioni, di tipo strutturale, nella stessa troponina. Questo potrebbe indicare un ruolo attivo della proteina nello sviluppo di patologie cardiache croniche, quali lo scompenso. “Ad oggi non è possibile sapere quali pazienti, con infarto, svilupperanno ulteriori scompensi”, precisa la cardiologa Anne Murphy, coordinatrice della ricerca, “quindi, l’esame della troponina potrebbe ora essere impiegato anche con lo scopo monitorare l’evoluzione del quadro cardiaco in questi pazienti”. Ecco quindi che questa – potenzialmente nuova – interpretazione di un test diagnostico, così come specifiche checklist per il paziente cardiopatico http://goo.gl/GHEOH potrebbero portare nel futuro a una ottimizzazione delle cure nei pazienti cardiopatici, anche dopo la dimissione dall’ospedale.
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