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Troppe patrie per la marmorata

Creato il 01 marzo 2012 da Pietroinvernizzi

A pesca col professore. Ed. MondadoriArticolo liberamente tratto da

“A pesca col professore”
di Albertarelli e Grimaldi
Mondadori Editore, 1977

La marmorata è un pesce endemico, cioè esclusivo e caratteristico di una ben delimitata area geografica. Una volta c’era la mania di creare tante specie diverse di trota, basandosi soprattutto sulle caratteristiche della livrea.* Si è arrivati alla fine ad una situazione così arruffata e complessa che gli ittiologi hanno ritenuto opportuno riportarvi un po’ di ordine. E l’hanno fatto falciando di brutto quel guazzabuglio di specie e sottospecie create dai loro predecessori.
La marmorata è una delle poche sottospecie scampate a questa mattanza, in quanto gli ittiologi ritengono che essa, pur essendo legata da strettissimi vincoli di parentela alla fario, se ne distingua tuttavia in maniera sufficientemente netta. Perciò essi, per distinguerla dalla fario, che si chiama semplicemente “Salmo trutta”, l’hanno denominata “Salmo trutta marmoratus”. Ma di quale fiume è figlia la marmorata? Ebbene, non vi è un unico corso d’acqua che possa vantarsi di essere la sua vera ed esclusiva patria, in quanto questa trota è originaria di un gran numero di corsi d’acqua di origine alpina che, percorsa la Pianura Padana, si buttano nel Po o direttamente nell’Adriatico. Inoltre si rinviene nelle acque istriane  e dalmate.** Una cosa è certa, ed è che quello della marmorata è un problema non soltanto di pesca ma anche naturalistico, dato che si tratta di un animale presente soltanto in un’area relativamente ristretta. Purtroppo, proprio per via della sua stessa parentela con la fario di cui è una sottospecie, la marmorata si incrocia con questa con la massima disinvoltura.***
Di conseguenza, i massicci ripopolamenti effettuati con novellame di fario hanno fatto scomparire quasi ovunque la marmorata “pura”, sostituita dal suo incrocio con la fario. Che se tu le dai una guardata superficiale ti può ben sembrare una marmorata: ma, prestando la dovuta attenzione a certe caratteristiche della livrea, quali la presenza di chiazze rosse più o meno estese, nonché alla disposizione dei denti, ti rendi conto che si tratta del frutto di illeciti amori.
Io dico che si dovrebbe verificare ove esistano ancora delle popolazioni pure di marmorata (nel Passirio, ad esempio?)**** e lì vietare tassativamente qualsiasi ripopolamento con fario e, più in generale, con altre trote.

E. Grimaldi. – 1977

*Il Fenotipo, meno rilevante del Genotipo ai fini della classificazione delle specie. (NdR AnonimaCucchiaino)

**La trota marmorata è caratteristica ed esclusiva dei bacini fluviali adriatici subalpini italiani e sloveni. Il suo areale è infatti limitato ai corsi d’acqua che sfociano nel mare Adriatico e drenano il versante meridionale delle Alpi. (Fonte: Wikipedia – 01/03/2012 – http://it.wikipedia.org/wiki/Salmo_trutta_marmoratus)

***Il fenomeno pare essere aumentato esponenzialmente con l’ibridarsi delle Fario Mediterranee, ormai quasi introvabili, con quelle Atlantiche. Probabilmente perchè i momenti di frega delle Fario Atlantiche coincidono maggiormente a quelli delle Marmorate.
(NdR AnonimaCucchiaino)

****Tante associazioni stanno perseguendo negli ultimi anni questo nobile intento, cercando esemplari di marmorata pura autoctoni del fiume e creando incubatoi e allevamenti a partire dalla spremitura delle uova di questi ultimi. per poi procedere a nuove immissione nel fiume stesso. Ad esempio lo Spinning Club di Lodi per l’Adda o l’SVPS per l’alto Sesia o la gestione delle acuq in Friuli Venezia Giulia.  Un grazie e un applauso per queste nobili iniziative! Quello che Grimaldi propone qui però è diverso: creare delle oasi dove non esista possibilità di ibridazione. Utopia? Esistono ancora corsi d’acqua incontaminati?
(NdR AnonimaCucchiaino)



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