Almeno 29 persone hanno perso la vita in due attacchi distinti, nei distretti di Lamu e del fiume Tana, nella regione costiere del Kenya.
Il bilancio del doppio assalto rivendicato dagli insorti somali di Al Shabaab è stato diffuso dal ministero dell’Interno.
Nella notte tra sabato e domenica, infatti, uomini armati hanno colpito un commissariato di polizia nella località di Gamba e hanno incendiato diverse abitazioni.
Gli scontri sarebbero durati una trentina di minuti, lasciando a terra almeno 22 corpi, secondo la locale Croce Rossa.
Nell’assalto al commissariato un numero imprecisato di prigionieri – coinvolti negli attacchi contro Mpeketoni di due settimane fa – è riuscito a scappare.
Il secondo episodio si è verificato in un centro commerciale di Hindi, a meno di dieci chilometri dall’aeroporto di Mokowe, dove atterrano i turisti diretti sull’isola di Lamu.
In questo caso testimoni locali hanno raccontato che gli insorti hanno preso di mira “indiscriminatamente” case e civili che si trovavano per strada.
Seppur rivendicati da Al Shabaab, la responsabilità degli ultimi due attacchi viene invece attribuita dalla forze di sicurezza al gruppo separatista del Consiglio repubblicano di Mombasa (Mrc), con “motivazioni politiche e religiose” ha detto il vice capo della polizia nazionale.
Ed è molto probabile che sia così in quanto gli abitanti della fascia costiera del Kenya, cioè quella che attrae il turismo, rivendicano da tempo l’autonomia politica e amministrativa.
Le motivazioni religiose sono meno credibili anche se non del tutto da escludere.
Sempre nelle stesse ore, a Mombasa, una turista russa, in seguito ad un’aggressione violenta ha anch’essa perso la vita.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)