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Troppi i giovani eritrei in fuga dal loro Paese alla ricerca di un futuro dignitoso

Creato il 24 dicembre 2015 da Marianna06

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E' un esodo senza fine quello dei giovani eritrei,che fuggono dal regime dittatoriale del loro Paese, quello di Isaias Aferwerki, e da un futuro senza uno straccio di dignitoso avvenire.

Un rapporto di Amnesty International  recita di almeno cinquemila persone ,ogni mese, che lasciano l'Eritrea,quella che un tempo era definita, invece, la Svizzera d'Africa.

In Italia un quarto dei migranti che sono transitati anche questo anno sono eritrei. E nell'Unione Europea (UE) rappresentano il terzo gruppo d'ingressi per nazionalità.

Nell'arco di dieci anni si stima che siano usciti dall'Eritrea almeno 400mila giovani su un totale di 6 milioni di abitanti.

Le motivazioni delle fughe sono il servizio militare obbligatorio a vita,che vale tanto per uomini che per donne con l'equivalente di 30 euro al mese come paga e due settimane di licenza all'anno.

Queste stesse persone, per altro, sono spesso costrette a lavorare nelle miniere gestite da multinazionali australiane e canadesi oppure in cantieri  edili  o fabbriche di proprietà le seconde di cinesi e i primi di qatarioti.

L'università di Asmara è stata chiusa da ben nove anni per cui non c'è per la gioventù neanche la possibilità di studiare e accedere a una professione.

Inoltre  è inesistente qualunque rispetto dei diritti umani.

Insomma è il Paese dove regna esclusivamente la cultura della paura. Dove la vita non è vita.

Dove ogni rischio connesso alla fuga, anche l'eventualità di essere scoperti e fucilati, è preferibile decisamente al rimanere lì e continuare ad accettare violenze e sfruttamento.

       

             a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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