Un po' di tempo fa accadeva che LinkedIn, noto social network impiegato principalmente per lo sviluppo di contatti professionali, cancellava le candidature di una ragazza, Florencia Antara, che dichiarava di essere ingegnera ma veniva considerata troppo bella per esserlo. La scelta del social venne ritenuta sessista dal team di TopTal, un sito che si occupa di ingegneria del web, e gli annunci respinti vennero reintegrati usando come scusa il sempre onnipresente e fantomatico errore.
Oggi la storia sembra ripetersi anche se, questa volta, il colpevole del mega abbaglio non è il solito social bensì una parte del popolo del web infarcito più di una foie gras di stereotipi sessisti.
Isis Wenger è un'ingegnera di San Francisco apparsa nella campagna pubblicitaria dell'azienda in cui lavora come programmatrice, la californiana OneLogin. La ragazza è stata scambiata per una modella poiché giovane e carina.
Tanti utenti, sorpresi dalla bellezza della ragazza ingegnera, si sono lamentati criticando l'azienda e la campagna di reclutamento:
"Perché non hanno scelto un vero ingegnere o un'impiegata invece di una modella?"
e:
"Che campagna a casaccio, vogliono rivolgersi alle donne ma probabilmente si rivolgono soltanto agli uomini [...] Mi piacerebbe sapere se gente che ha cervello trova questa frase vagamente plausibile e, in particolare, se le donne si bevono questa immagine di un ingegnere informatico"
E infine:
" Per attirare delle donne, non sarebbe stato meglio scegliere una foto con un sorriso caldo e amichevole, piuttosto che un sorrisetto sexy" (che sinceramente fatico a vedere. ndr).
Isis non è stata zitta difronte a tutti questi pregiudizi e ha colto la palla al balzo per denunciare, tramite il suo blog, gli stereotipi sessisti che ancora circondano la sua (nostra) professione:
"Alcuni pensano che non stia facendo "la faccia giusta", o che non sia così che "sono le donne ingegnere". Notizia flash: in alcun modo questo è un tentativo di applicare etichette. Letteralmente, sono IO, l'esempio di UN ingegnere a OneLogin. La pubblicità doveva essere autentica: le mie parole, la mia faccia. Per quel che mi riguarda, è così"
Queste sue parole sono state seguite da una campagna lanciata su Twitter, #ILookLikeAnEngineer (#SembroProprioUnIngegnera), per dimostrare che non c'è un modello prestabilito per essere davvero riconosciuti come una professionista. L'hashtag, inutile dirlo, è diventato in pochissimo tempo virale e ha raccolto numerose foto e testimonianze di donne ingegnere.
L'intera vicenda testimonia come, nel 2015, siamo ancora vittime di stereotipi sessisti. Sembra quasi che ogni lavoro debba essere ricoperto da persone con determinate caratteristiche, le quali vengono dettate dagli standard imposti e perciò: la professoressa di matematica sarà sicuramente una zitella acida piena di gatti, quella di arte una persona un po' eccentrica capace di indossare scarpe diverse fra di loro, la segretaria invece, una tipa bella, lasciva e provocante che elargisce favori sessuali al proprio capo, ecc...
Molte professioni, come quella dell'ingegnere, nascono come maschili e vedere una donna bella e intelligente approcciarsi ad una branca che per definizione non le appartiene è ancora vista come una cosa strana e assurda. Nonostante le porte dell'ingegneria siano state aperte anni or sono al genere femminile, pare che le soglie di questo fantastico mondo possano essere varcate solo da donne con determinate caratteristiche fisiche, le quali non devono assolutamente ricadere nell'avvenenza.
Tradotto in soldoni, per un qualche strampalato principio, le ingegnere devono essere cesse! E leggere queste cose con la consapevolezza, a causa di esperienze dirette, che accadano veramente è davvero aberrante. Trovo infatti assurdo che esista ancora gente convinta che, quando parla con un'ingegnera al telefono, si immagini che dall'altra parte ci sia una sottospecie di bigfoot. Io sapevo che l'ingegneria potesse causare calvizia, anche se a me non ha fatto questo effetto, il fatto che rendesse le donne brutte e mascoline mi risulta essere una novità. Anche perché, durante il mio periodo universitario, non ho mai visto tutti questi "mostri" passeggiare per l'ateneo.
I media, la pubblicità, i film, ecc ecc, in qualche modo ci indicano come dobbiamo apparire ed essere e purtroppo il continuo bombardamento che subdolamente riceviamo quotidianamente fa si che accadano episodi del genere. Ancora una volta vengono attaccate delle etichette che vedono, in questo caso, le donne belle come stupide, incapaci e che usano la propria fisicità per essere socialmente accettate e\o ottenere, per esempio, dei posti di rilievo che altrimenti non riuscirebbero mai a raggiungere. A quanto pare beltà e capacità, per la società sessista che ci ha insegnato a vedere le donne con determinate caratteristiche in specifici modi, non possono coesistere nella medesima persona.
Si è soliti dire che l'abito non faccia il monaco ma, viviamo in un mondo dove vengono assegnati ruoli, capacità, lavori, qualità e competenze in base a come si appare. Purtroppo c'è chi ancora non accetta che una donna possa fare qualsiasi lavoro a prescindere dal proprio aspetto fisico.
Una società un po' ipocrita. Voi cosa ne pensate?
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