L'Inps ha dichiarato che sono 1.558.471 le domande di disoccupazione nel 2012, con un aumento del 14,26% sul 2011 (1.363.979 domande).
E' un dato molto forte, soprattutto se si pensa che nel 2012 sono aumentate le tasse, l'iva e che la pressione fiscale sui lavoratori è tra le più alte mai viste.
Molti dicono ''ma non è vero, il lavoro c'è, basta trovarlo'': in alcune realtà, soprattutto al Nord e Centro Italia, questo fatto è assolutamente verificato. I settori che attualmente cercano più personale e forza lavoro sono l'agricoltura e l'artigianato come si faceva una volta. Allora perchè un giovane diplomato non trova un posto di lavoro?
Alcune delle possibili cause:
1. Viene richiesta una 'esperienza minima' nel settore: ma se uno a 18-19 anni finisce il liceo, come fa ad averla?
2. I primi contratti sono spesso di apprendistato: questo non è un male, ma solo se hai una famiglia che può permettersi di continuare a mantenerti finchè non finisci l'apprendistato e nella speranza che si trasformi in un contratto.
3. Il salario è poco oltre il 'tetto minimo' che permette di sopravvivere: con 200-300 € al mese, come può un giovane di 20 anni pensare di poter andare a vivere da solo, pagare le bollette e riuscire anche a metter qualcosa in tavola?
4. Posti di lavoro spesso lontani km dalla propria abitazione: non mi azzardo a dire che bisogna trovar lavoro sottocasa, ma se per lavorare devo percorrere tot km al giorno, e pago ogni giorno benzina e autostrada, e metà stipendio se ne và già in queste spese, il gioco vale la candela?
Insomma, il lavoro c'è, ma a che prezzo?
Un altro aspetto da non sottovalutare è la 'voglia di fare' di un ragazzo ventenne; vi porto l'esempio di una ragazza che ha lanciato il suo appello al lavoro su facebook:
"la quipresente, come molti altri, ha bisogno di un impiego!
In tempo di crisi, la parola chiave è: _qualsiasi cosa_
Per idee varie ed eventuali scrivetemi in posta, grazie!
E RICORDA... POTREI ESSERE LA LAVORATRICE CHE STAI CERCANDO!"
Penso che il messaggio sia piuttosto chiaro: siamo ormai tutti disposti a fare ' qualsiasi cosa' pur di portare la pagnotta a casa, e come questa ragazza, ce ne sono tanti altri.
Io stessa, pur avendo già un buon curriculum, faccio fatica a trovare anche solo un piccolo impiego partime, e cerco di contribuire al bilancio famigliare dando ripetizioni o con piccoli lavori saltuari..
Oltre ai problemi citati nella prima parte di questo articolo, bisogna anche considerare il fattore 'anzianità' sul posto di lavoro: negli ultimi 5 anni non c'è stato cambio generazionale in molti settori, soprattutto quelli pubblici quali sanità, pubblico impiego, istruzione.
Essendo aumentata l'età pensionabile, quando ci rechiamo in un ufficio pubblico, o in un ospedale, è più facile trovare un ultra 50enne a rispondere alle nostre domande, che un laureato sui 30anni. Naturalmente ognuno tira acqua al suo mulino, e tutti cerchiamo di conservare quel posto di lavoro tanto difficile da trovare, ma così facendo non facciamo che aumentare una crisi già in atto:
se i giovani non trovano lavoro, difficilmente andranno via di casa, creeranno una famiglia, faranno acquisti importanti e non, mettendo così in moto la macchina del mercato. E le famiglie con un figlio/figlia di 35 anni in casa difficilmente riescono ad aiutare i figli ad abbandonare il nucleo familiare e a crearne uno nuovo. Insomma, è un cane che si morde la coda.
Ma allora cosa ci riserverà il futuro? Ci sarà un futuro per i giovani, e un lieto fine per gli adulti?