
Anche i mostri sacri a volte falliscono, oggi è il turno di Abbas Kiarostami. In "Qualcuno da amare" l'attenzione viene posta su Akiko, tipica studentessa giapponese, col vizio perverso della prostituzione libera, fidanzata con un meccanico alquanto geloso che la porterà a sfogarsi con un vecchio e decrepito anzianotto incontrato su un taxi. Come al solito Kiarostami si affida ad una trama semplice e lineare che accomunata ad una voluta semplicità registica con ambientazioni minimali e piani sequenza esasperati dai dialoghi lunghissimi pretende di voler far riflettere sull'ambiguità di Akiko, ragazza perennemente insoddisfatta che al solo scopo di non annoiarsi decide di darla in giro, vecchi o papponi che siano, per il resto si pone in maniera totalmente passiva nei confronti di tutto quello che le accade intorno. Il risultato è un film noioso, volutamente lento nei passaggi e ridondante con dialoghi troppo lunghi e ammorbanti. Proprio come Akiko si perde nel traffico cittadino di Tokyo a bordo della Volvo station wagon del vecchio pensionato, questo film si perde nell'oblio della noia senza che nessuno se ne accorga, un brutto tonfo quest'anno quello di Abbas Kiarostami.Abbas Kiarostami
