Pochi giorni fa sono stati rinvenuti i cadaveri di due donne, madre e figlia, le quali erano scomparse nel 18 luglio del 2004. Le due donne, Elisabetta Grande e sua madre Maria Belmonte, non diedero più notizie.
Il fatto è successo in una villetta di CastelVolturno (provincia di Caserta); gli scheletri di Elisabetta Grande e Maria Belmonte, erano in una camera d’aria della villa che in tutti questi anni è stata regolarmente abitata dall’ex dirigente sanitario del penitenziario partenopeo Domenico Belmonte, padre e marito delle due donne e unico indagato. Domenico Belmonte non aveva denunciato la loro scomparsa, ed è per questo che su di lui gli inquirenti ebbero dei sospetti, ma lui ritiene di non sapere nulla.
L’uomo dichiara che entrambe soffrivano di depressione. Ma come mai non ha né denunciato la scomparsa? Come mai aveva i cadaveri in casa? Come può non essersi accorto di nulla? Gli inquirenti, indagando sulla storia, scoprono che i rapporti tra Domenico, sua moglie e sua figlia non erano tranquilli.
Intanto l’uomo è stato arrestato e sotto indagine è finito anche l’ex marito della figlia, Salvatore Di Maiolo che aveva buonissimi rapporti di amicizia con Domenico, lavoravano insieme nel carcere di Poggio Reale e si sposò con Elisabetta nel ’93 “per volere” del padre. Fu la moglie a lasciarlo nel periodo 2003-2004. Salvatore afferma di non aver avuto più rapporti con Elisabetta. Come sono andate le cose? E’ stato un femminicidio? E’ stato Salvatore ad uccidere le due donne con la complicità di Domenico? E’ stato Domenico ad ucciderle?
Il femminicidio e la violenza domestica sono fenomeni in crescita nel nostro Paese. Dall’inizio dell’anno sono state uccise 114 donne, il 90% per mano di mariti, ex-mariti e fidanzati che non accettavano la separazione. E’ una guerra silenziosa che si nutre del silenzio delle istituzioni che non fanno nulla per arginare il fenomeno e per tutelare le donne vittime di violenza domestica. Sono tantissime quelle donne che hanno denunciato invano i loro carnefici e che poi sono state uccise poiché le forze dell’ordine non hanno intervenuto.
C’è ancora un sistema culturale che considera la violenza domestica come un fenomeno privato, individuale o un banale litigio per gelosia. Ma i giornali ogni giorno ci dimostrano il contrario. Il nostro Governo, a differenza di altri dei paesi occidentali, non riconosce la violenza sulle donne come un fenomeno attuale e gravissimo, tant’è che non hanno nemmeno firmato la Convenzione di Istanbul e si è ampliato il divario tra uomo e donna, classificandoci 80esimi su una scala di 132 Paesi del mondo, secondo il Global Gender Gap.
C’è un problema su cui in Italia si tace: la relazione tra donna e uomo è in crisi. Gli uomini italiani non accettano che, in questi ultimi anni, le donne stanno acquistando sempre più autonomia. Le donne di oggi sono sicuramente meno succubi di un tempo, sempre diverse dalle loro madri e dalle madri dei loro compagni. Gli uomini italiani non sono preparati ad accettare un modello femminile sempre più emancipato, autonomo e volendo più aggressivo di un tempo, PERCHE’ non sono stati educati e preparati ad accoglierlo.
Le nostre istituzioni, quali famiglia, scuola e società, continuano a non accorgersi dei cambiamenti che negli ultimi paesi hanno determinato finalmente l’autonomia delle donne; il modello femminile perfetto che ancora il nostro Paese ha come modello è quello di una madre protettiva e accondiscendente verso un figlio.
Le scuole continuano a cancellare il femminile dai libri di scuola, la televisione e la pubblicità continua a trasmettere immagini femminili rassicuranti sottomesse, il cui unico ruolo è quello di essere sexy e fare finta di essere oca per rassicurare uomini insicuri, per convincerli che le donne sono inferiori e hanno bisogno di dipendere sempre da loro.
Quante donne devono morire ancora prima che il governo prenda provvedimenti per prevenire?