Molte delle erbe che noi definiamo infestanti sono invece delle prelibatezze, commestibili ottime nelle insalate, nei ripieni, nelle frittate o per insaporire anche altri cibi. Queste erbe generose sono chiamate più scientificamente alimurgiche, il loro utilizzo alimentare è stato definito fitoalimurgia, ovvero dall’unione di due termini, dal greco phyton (pianta) e dal latino alimenta urgentia, cioè piante per cibarsi in caso di urgenza o necessità. Un tempo era normale utilizzare queste erbe, anzi erano una componente essenziale ed insostituibile per il sostentamento delle popolazioni, soprattutto per quelle rurali. Purtroppo questa conoscenza legata ad antichi saperi, tramandati da generazione in generazione, rischiano di scomparire, perciò io da buona romagnola vi illustrerò le erbe che conosco ed il loro uso. Il divertimento principale sta nelle passeggiate lungo le scarpate dei fiumi, i luoghi incolti, nella campagna, nella pineta, dove le erbe si trovano, calpestate e chiamate erbacce, che gioia quando col nostro coltellino le taglieremo e a casa dopo averle ben lavate le cucineremo e poi ce le mangeremo magari innaffiando il tutto con un buon bicchiere di vino… la felicità può costare anche poco. Quando raccogliamo delle erbe selvatiche dobbiamo osservare alcune precauzioni: evitare le strade trafficate o campi dove sono stati usati pesticidi. Non tutte le piante selvatiche sono commestibili raccogliete solo quelle che siete sicuri di aver riconosciuto e comunque non sfiorate per niente l’oleandro, il ciclamino, la digitale. Cogliere nel modo corretto senza danneggiare le radici in modo che possano poi riprodursi. Evitare di raccogliere le erbe in parchi dove vanno cani gatti dove saranno presenti le loro feci. Ed ora siamo pronti, al prossimo post la prima erba selvatica, la mia preferita… il piscialetto.
Molte delle erbe che noi definiamo infestanti sono invece delle prelibatezze, commestibili ottime nelle insalate, nei ripieni, nelle frittate o per insaporire anche altri cibi. Queste erbe generose sono chiamate più scientificamente alimurgiche, il loro utilizzo alimentare è stato definito fitoalimurgia, ovvero dall’unione di due termini, dal greco phyton (pianta) e dal latino alimenta urgentia, cioè piante per cibarsi in caso di urgenza o necessità. Un tempo era normale utilizzare queste erbe, anzi erano una componente essenziale ed insostituibile per il sostentamento delle popolazioni, soprattutto per quelle rurali. Purtroppo questa conoscenza legata ad antichi saperi, tramandati da generazione in generazione, rischiano di scomparire, perciò io da buona romagnola vi illustrerò le erbe che conosco ed il loro uso. Il divertimento principale sta nelle passeggiate lungo le scarpate dei fiumi, i luoghi incolti, nella campagna, nella pineta, dove le erbe si trovano, calpestate e chiamate erbacce, che gioia quando col nostro coltellino le taglieremo e a casa dopo averle ben lavate le cucineremo e poi ce le mangeremo magari innaffiando il tutto con un buon bicchiere di vino… la felicità può costare anche poco. Quando raccogliamo delle erbe selvatiche dobbiamo osservare alcune precauzioni: evitare le strade trafficate o campi dove sono stati usati pesticidi. Non tutte le piante selvatiche sono commestibili raccogliete solo quelle che siete sicuri di aver riconosciuto e comunque non sfiorate per niente l’oleandro, il ciclamino, la digitale. Cogliere nel modo corretto senza danneggiare le radici in modo che possano poi riprodursi. Evitare di raccogliere le erbe in parchi dove vanno cani gatti dove saranno presenti le loro feci. Ed ora siamo pronti, al prossimo post la prima erba selvatica, la mia preferita… il piscialetto.
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