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True blue - 18

Da Baffo1971
"Focolai di rivoluzioni e sommosse esplodono sempre più frequentemente ai quattro punti cardinali della Terra. Non esiste ormai alcuna regione del pianeta esente dal fascino dei Messaggeri del Verbo, Yarki, e questo mi preoccupa assai. Vivremo momenti molto duri nei prossimi anni, Yarki, di questo ne sono certo. E spero di essere ancora vivo..."
"Maestro Fyodor, non scherzate nemmeno! Noi abbiamo tutti bisogno di Voi, e l'Umanità è quasi pronta. Non saranno pochi anni a cambiare il corso della storia, non è vero?"
"Certo, Yarki, tutto è già stato scritto. Ma nemmeno la fine della mia esistenza cambierebbe il corso della storia, di questo ne sono certo. Sono passati tanti anni, secoli ormai... da quando i primi Virtuosi diedero inizio al Tutto. Ora... siamo quasi pronti... forse...". Fyodor aveva gli occhi ormai spenti dall'età avanzata, ma nonostante i suoi centoventinove anni aveva lo sguardo profondo di chi sa guardare oltre, di chi sa immaginare i movimenti del futuro e le mosse del "nemico". Di chi sa di poter vincere la battaglia di una vita, anzi... di milioni di vite. Alzò l'avambraccio sinistro e, mostrandolo a Yarki, continuò: "Vedi Yarki, nella mia lunga vita mi è stato portato via quasi tutto: le mie dita", e mostrò la mano ricostruita mentre muoveva a scatti le cinque dita... "i miei affetti, i genitori, i figli, la donna che amavo, persino il mio lavoro... ma mai, dico mai sono riusciti a portarmi via l'immaginazione, la fantasia, la speranza, la passione. Di questo ne sono certo". Si fermò all'improvviso, guardando l'infinito, e Yarki notò un luccichio nei suoi occhi, quasi a trattenere le lacrime per aver ricordato i dolori di una vita intera.
"Maestro Fyodor, dovete riposare ora. Ci aspetta un lungo viaggio nelle prossime settimane e dobbiamo essere in forma perfetta. Vi porto la cena, poi devo chiedervi di ritirarvi a riposo. Così impone il vostro regolamento"
"Yarki, domani mattina mi svegli a ore 4, come al solito. Quattro ore di preghiera e canti, poi la sofferenza, elevazione dello spirito, come dicono loro... di questo ne sono certo" - inarcò un sopracciglio con fare sarcastico - "ed infine ancora preghiera e canti. Siamo già sulla buona strada, ma dobbiamo imparare ad essere come loro, Yarki. Non abbiamo nessuna seconda possibilità... di questo ne sono certo. Ti aspetto...", e, indicando col braccio teso verso una direzione indefinita, si diresse lungo il corridoio verso la propria stanza.
Yarki prese la direzione opposta, verso la dispensa del campus. Entrò e rapidamente digitò sul visore della cambusa la sequenza per ordinare pane azzimo e tuberi salati; nel tempo di pochi istanti uno sportello si aprì ed un braccio invisibile porse a Yarki il vassoio, pronto con quella che sarebbe stata la cena del Maestro. Yarki uscì, ripercorse il corridoio fino alla stanza di Fyodor, avvicinò le cinque dita della mano sinistra all'identificatore digitale ed in un istante la porta si aprì: lo trovò già seduto al tavolo, indossava l'abito caratteristico dell'Università di Benghazi, del tipico ed unico colore blu "Verità" che potevano indossare solo i Maestri del suo livello, il più alto possibile in grado nella scala dei Maestri. Gli porse il vassoio senza parlare, sollevò il coperchio trasparente, ed attese. Notò la totale indifferenza di Fyodor nel vedere il contenuto del piatto, e si chiese se lui mai avrebbe imparato a non dare alcuna importanza al cibo ed ai sapori che si trovava in bocca, ed a nutrirsi solo per il sostentamento minimo del suo corpo, come professavano una volta i Messaggeri del Verbo.
Dopo alcuni lunghi istanti nel totale silenzio, con un cenno del capo il Maestro lo congedò, senza proferire parola.
Yarki abbozzò un lievissimo sorriso, si voltò e si diresse verso l'uscita. Appena la porta si aprì davanti a lui, Fyodor lo apostrofò con voce sicura e tuonante: "Yarki... l'Era del Mandorlo si appresta a finire... ma non credere a quello che si dice in giro: l'Era della Morte non inizierà, di questo ne sono certo".
Yarki uscì senza fiatare. "Maestro, ogni parte di me vuole credervi... ma una infinitesima goccia del mio sangue scorre al contrario e sento che vorrebbe credere al Comitato, e al mito dei Messaggeri del Verbo", pensò Yarki mentre si allontanava. Era il 1971 PS.

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